Il tema ha tenuto banco durante la seduta del Consiglio comunale. Diversi gli scettici, ma per Foletti è una grande opportunità
LUGANO - La questione del Plan B non convince tutti, tanto da tenere banco - grazie anche all'interpellanza di Raoul Ghisletta (e altri firmatari della sinistra) - durante il dibattito del Consiglio comunale di Lugano di ieri sera.
Per Ghisletta questo sostegno attivo delle criptovalute tramite un partenariato di quattro anni con Tether «lascia allibiti». Anche il Centro e il PLR hanno chiesto attenzione.
«Ben venga che Lugano lavori su una tecnologia dal grande potenziale di sviluppo ma non così! Il PlanB così com’è gestito e strutturato ci sembra troppo centralizzato e opaco e non trova il nostro appoggio», ha sottolineato il gruppo PS/PC/FA in Consiglio comunale.
A suscitare perplessità, da una parte è l'impatto ambientare delle tecnologie blockchain, che «hanno bisogno di tanti server per funzionare». Ma ad essere definita «estremamente problematica», è l’assenza di regole e normative a livello internazionale in questo mercato finanziario «che attualmente rende quasi impossibili i controlli di eventuali utilizzi criminosi e la tracciabilità delle transazioni tramite cryptovalute». Infine non viene nascosto lo scetticismo sull’affidabilità di questi grandi attori internazionali «che promettono mari e monti prima di improvvisamente crollare vertiginosamente lasciando dietro di loro buchi miliardari».
Di diverso avviso il sindaco Michele Foletti che - riporta la Rsi - continua a sostenere a spada tratta la collaborazione ritenendola assolutamente strategica. Anzi, fondamentale per poter finanziare il Plan B e dunque «un hub a Lugano dedicato alla criptovalute».
Foletti non nasconde di aver vagliato i rischi, ma sembra voler andare avanti al motto "chi non risica...", certo - in ogni caso - dei buoni propositi di Tether.