Le opinioni di due musicisti riguardo l'iniziativa popolare "100 giorni per la musica" e il ritardo tutto ticinese sull'accesso alle scuole.
LUGANO - Ieri in un incontro che si è tenuto al Conservatorio della Svizzera Italiana si è tornati a parlare dell'iniziativa popolare "100 giorni per la musica" - che ha raccolto più di 14mila firme - con la quale si vuole convincere il Cantone che è tempo di applicare davvero ciò che dice l'articolo 67a della Costituzione federale ("tutte le persone in Svizzera devono avere accesso a una formazione musicale di qualità") e di avere un ruolo più marcato nel supporto a questa tipologia di formazione. Tradotto: più soldi nelle tasche delle famiglie che vorrebbero far frequentare una scuola di musica ai propri figli.
Lo scarso sostegno finanziario: un'anomalia tutta ticinese - E questo perché lo scarso sostegno finanziario per coloro che vorrebbero frequentare il conservatorio o una scuola di musica è un'anomalia tutta ticinese. In altri cantoni «è tutta un'altra musica», ci rammenta Christian Zatta, chitarrista, che dal Ticino è dovuto "emigrare" a Lucerna per trovare condizioni economicamente sostenibili che gli consentissero di potere continuare a studiare e poi anche vivere di musica. Zatta le difficoltà di tanti giovani (e anche dei loro genitori) che vogliono affacciarsi alla musica le ha vissute in prima persona; basta ascoltare il suo racconto per convincersene.
«Ho cominciato con la SMUM, la scuola di musica moderna, e i miei genitori pagavano una bella cifra. Questa cosa della retta salata diveniva spesso oggetto di conversazione con loro, quasi a ricordarmi l'impellenza di prendere sul serio la scuola visto l'esborso economico. Quando mi sono trasferito a Lucerna - racconta - dove poi ho studiato jazz alla scuola universitaria di musica della città, ho trovato invece un mondo completamente diverso: qui le famiglie pagano davvero poco, potendosi permettere la frequenza dei propri figli in questo genere di scuole. Anzi, dirò di più: l'insegnamento musicale fa parte proprio dell'ordinamento didattico, ciò significa che uno studente che non va a lezione di matematica può venire a lezione di musica da me».
L'importanza pedagogica assegnata alla musica in altri cantoni - Indizi pedagogici che la dicono lunga sull'importanza assegnata in altri cantoni alla materia: «Certamente - è dello stesso avviso Zatta - l'apprendimento della musica è incoraggiato perché è riconosciuto il valore educativo di cui è veicolo. Faccio qualche esempio: imparare regolarmente a studiare, a prepararsi, a esercitarsi e a mostrare il frutto della dedizione con cui si sono superate le difficoltà di un esercizio di solfeggio o di un'esecuzione di un brano, tutto questo significa avere modellato su di sè una certa postura formativa della persona facilmente trasferibile in altri contesti della vita. Ecco il doppio pregio della musica - spiega - ti dà gli strumenti per cavartela meglio non solo sulle corde di una chitarra ma anche in quelle della vita. Ben venga dunque l'iniziativa ticinese - conclude - per far si che anche lì accada quello che in tutta la Svizzera interna è semplicemente la normalità».
L'esperienza di Zeno Gabaglio, violoncellista nato a Mendrisio - Un musicista che ha anche lui attraversato quel cammino formativo spesso difficoltoso che molti vorrebbero intraprendere e a cui per le difficoltà economiche a volte sono costretti a rinunciare, è Zeno Gabaglio, compositore e violoncellista nato a Mendrisio: ricorda anche lui che «il diritto a un'educazione musicale di qualità e in ogni genere musicale è sancito dalla Costituzione svizzera. Con questa iniziativa - afferma - avremo la possibilità anche in Ticino, tra gli ultimi cantoni, di adattare e adottare un sistema affinché davvero l'accesso sia universale. È questo è fondamentale non tanto perché tutti diventino dei musicisti professionisti ma perché tutti possano provare il piacere e il valore culturale di misurarsi con la musica».
La musica, veicolo di emozioni e sensazioni importanti per la costruzione dell'individuo - Gabaglio mette poi l'accento sul significato dell'esperienza musicale: «Personalmente lo studio e la pratica della musica sono stati qualcosa che anche a posteriori ritengo utile - dice - perché ci si confronta soprattutto con gli altri in un modo che non è solo competitivo o antagonistico come spesso succede nello sport, ma è primariamente il costruire qualcosa insieme, che sia il risultato di una semplice sinfonia o di una canzone che spesso veicolano emozioni e sensazioni importanti proprio per la costruzione dell'individuo, dell'essere umano». Più chiaro di così!