L'organizzazione sindacale: «Effetto positivo sui livelli salariali»
LUGANO - «Nella giornata di oggi (26 giugno) il Consiglio di Stato ha presentato il messaggio sulla valutazione dell’impatto del salario minimo, che si basa sul rapporto dell’IRE su questo tema. Ciò che emerge da questo rapporto è giudicato molto positivamente dall’OCST».
Così in una nota l'Organizzazione Cristiano Sociale Ticinese, che ritiene che «in primo luogo i livelli salariali sia nei settori più toccati dalla legge che in quelli toccati solo in parte sono aumentati. L’aumento ha riguardato i salari più bassi, ma, a catena, anche quelli più elevati. Tutte le lavoratrici e i lavoratori ne hanno quindi beneficiato» scrive la compagine sindacale.
Questo aspetto «ha inoltre portato un aumento della probabilità di impiego nell’industria manifatturiera per le lavoratrici e i lavoratori svizzeri - specificano i suoi rappresentati - il rapporto scongiura pure l’effetto di sostituzione. Durante il periodo considerato non sono stati registrati effetti sull’occupazione, sulla disoccupazione o sulle imprese che siano imputabili all’introduzione del salario minimo».
L'OCST ricorda che «durante le diverse fasi di discussione e di attuazione erano stati paventati invece scenari allarmanti riguardo al fatto che la fissazione di un minimo salariale legale avrebbe potuto avere un impatto negativo sull’economia, sull’occupazione e sui salari, tanto che, appunto, era stata prevista un’analisi della situazione prima di attuare la terza fase di introduzione del salario minimo. Queste ipotesi, che già allora sembravano contrarie alla logica, oggi vengono definitivamente smentite dai dati».
In effetti, rilveva OCST, «come segnala il Consiglio di Stato, non si segnalano effetti tali da impedire l’entrata in vigore della terza fase di attuazione. Sottolineiamo invece gli effetti molto positivi dell’entrata in vigore della legge su tutti i livelli salariali nei settori coinvolti: questi effetti positivi sulle persone e sulle famiglie sono all’origine del sostegno che l’OCST ha dato alla legge».
Questo, per il sindacato, «naturalmente non riduce in nessun modo l’importanza della contrattazione collettiva che lavora su minimi salariali di natura economica e non sociale, e prevede tutta una serie di misure volte a migliorare concretamente le condizioni di lavoro nei diversi ambiti.
Il Consiglio di Stato propone un aumento di 25 cts all’ora degli importi previsti per la terza fase e che saranno introdotti a dicembre di quest’anno e questo è dovuto, anche perché i salari nell’economia privata pure sono aumentati».