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CANTONEChe brutta estate e le piscine ticinesi piangono

12.07.24 - 06:30
Perdite tra il 30 e il 40% nelle strutture del cantone. I responsabili degli impianti: «Quello che si è perduto non si recupererà»
Foto TiPress
Che brutta estate e le piscine ticinesi piangono
Perdite tra il 30 e il 40% nelle strutture del cantone. I responsabili degli impianti: «Quello che si è perduto non si recupererà»

LUGANO - Sotto questa pioggia - parafrasando un vecchio motivetto estivo - non è proprio il massimo varcare i tornelli di una piscina. I clienti storcono il naso per non potersi godere le nuotate in vasca, i gestori piangono davanti alle magre entrate fatte sin qui registrare. Si è ancora in tempo per recuperare l'ammanco di cassa e salvare la stagione?

Per il Responsabile gestionale del Bagno Pubblico di Bellinzona, Alessandro Stampanoni, «quello che si è perduto non si recupererà» afferma lasciando aperti pochi spiragli alla possibilità di rifarsi con il prosieguo della stagione.

«Guardi - tira le somme di questo tribolato inizio di stagione - rispetto al 2023 registriamo un calo del 40% e arriviamo al 50 se pensiamo alla stagione del 2022. A meno di un ritorno di canicola alla fine di agosto, il trend di perdita rimarrà questo».

E rimarrà così perché «noi il picco di clientela lo abbiamo nel mese di luglio, nello specifico le domeniche di luglio. Ad agosto le persone vanno via dal Ticino per le vacanze e dunque in quel mese si verifica normalmente già un calo fisiologico. Con un quadro di questa natura - dice chiaramente - risulta dunque assai improbabile salvare la stagione. Ripeto, dovesse arrivare un periodo di canicola alla fine di agosto potremmo forse attenuare le perdite, ma solo in minima parte».

Se la stagione si profila amara per gli operatori, non va meglio per i lavoratori stagionali e i collaboratori pagati a ore. «È chiaro che questa situazione si riflette sul personale avventizio, bagnini compresi - conferma a malincuore Stampanoni - siamo stati costretti a ridurre le ore del loro impiego, alcune domeniche li abbiamo dovuti purtroppo lasciare a casa per via del maltempo». A Bellinzona, magrissima consolazione per gli addetti al salvataggio, è previsto che «un'ora a fondo perso viene sempre retribuita».

Stagione da dimenticare e commenti di uguale tenore se ci si sposta in quel di Chiasso, dove il Responsabile dell'Ufficio tecnico Rudy Cereghetti stima «tra il 30 e il 40%» la perdita di clientela. «Siamo ai minimi decennali», sentenzia il capo dell'Ufficio tecnico, anche lui orientato a non facili entusiasmi su una possibilità di ripresa. «Siamo a metà luglio - spiega - verosimilmente manterremo questa entità di mancate entrate, perché la nostra stagione gode della maggiore affluenza tra la metà di giugno e la metà di luglio. È realistico non farsi troppe illusioni».

Alle note dolenti che restituiscono i numeri non sfugge nemmeno la piscina del Lido di Lugano: è il Direttore della Divisione sport della città Roberto Mazza a restituire, dati alla mano, il volto del tracollo.

«A maggio del 2023 ci sono stati 12mila ingressi, nello stesso mese di questo anno ci siamo fermati a 9.700 - riferisce - mentre nel mese di giugno dello scorso anno i passaggi al Lido erano stati 44mila, contro i 25mila registrati a giugno 2024. Quindi anche per Lugano la perdita è del 40%».

Per far capire ancora meglio l'entità del segno meno che caratterizza questa stagione, il direttore Mazza riprende in mano i dati complessivi dell'intera stagione 2023. «A luglio e agosto dello scorso anno - argomenta - con il Lido avevamo già fatto la metà degli ingressi che solitamente totalizziamo in un anno, circa 200mila, sommando anche le entrate della piscina coperta».

Anche per Mazza il miraggio di risollevare nelle prossime settimane il bilancio della stagione 2024 rimane tale. «Continua a piovere nei weekend - rileva - e anche domani (ndr. venerdì 12 luglio) danno temporali. E anche se volessimo sperare in un ritorno di vera estate tra agosto e settembre, ci sarebbe davvero poco margine: noi a metà settembre chiudiamo, i ragazzi tornano a scuola, i turisti spariscono».

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