La Ticino Film Commission compie 10 anni e festeggia al Locarno Film Festival. Scopriamo come lavora.
LOCARNO - Dieci candeline spente su una torta... leopardata, sono quelle della Ticino Film Commission (TFC) che - proprio questo giovedì - approfitta della (ghiotta) cornice del Film Festival Locarno per festeggiare il suo primo decennale.
Un'istituzione senza scopo di lucro, fondata proprio nel 2014 e prima del suo genere in Svizzera, con lo scopo dichiarato di promuovere cinematograficamente il territorio. Due lustri che, conferma TFC, hanno dato i loro frutti.
Sono 250 le produzioni cinematografiche che - tramite il lavoro della Commission - hanno scelto il nostro cantone come set. Con una ricaduta (diretta) importante per quanto riguarda l'indotto: si stimano circa 26 milioni di franchi (spalmati sull'arco decennale), più di 20mila pernottamenti e 3'400 giorni di produzione.
Ma come si fa ad “accalappiare” un film e portarlo in Ticino? E da dove deriva questo indotto economico? Ce lo ha raccontato il direttore Niccolò Castelli.
«È un lavoro su più fronti che abbiamo affinato nel corso degli anni, ovviamente c'è una rete di contatti e il passaparola ma facciamo anche tanto “scouting“. Che significa? Che proviamo a capire se alcuni dei film in produzione e/o lavorazione possano andare bene per il nostro territorio. Quindi leggiamo le sceneggiature, scrutiniamo i progetti, e tentiamo di capire se le nostre montagne, i nostri laghi o strutture architettoniche particolari possano prestarsi. Nel caso si trovi qualcosa di interessante si aprono i contatti e si lavora di mediazione per portarli in Ticino, facendo loro capire che ne vale la pena», spiega.
«È il caso del successo svizzero “Bon Schuur Ticino” che doveva essere girato tutto nel canton Zurigo con solo qualche scorcio ad Ascona. Noi siamo riusciti a convincere il regista che si poteva lavorare anche qui e così è stato e, a beneficiarne, è stato il film ma anche il nostro cantone. Oltre alle location noi aiutiamo a mettere in contatto le produzioni con i professionisti del cinema che abbiamo in Ticino, generando così un circolo virtuoso», spiega Castelli.
Una produzione recente a cui il team della TFC è particolarmente legata? «Penso proprio a “Jakobs Ross”, il film della regista zurighese Katalin Gödrös che sarà proiettato qui a Locarno. Lei non aveva assolutamente pensato al Ticino. Aveva bisogno degli interni ottocenteschi ambientati indicativamente “sulle Alpi“, una vera rarità. Noi siamo riusciti a trovarglieli... in Val Bavona. Dopo il disastro, e la tragedia, del mese scorso quel film assume un valore simbolico ancora più importante».
Una serata di celebrazioni
Durante la cerimonia ufficiale in quel di Locarne, oltre ai rappresentanti della TFC, sono stati il Presidente del Consiglio di Stato e Direttore del Dipartimento delle finanze e dell'economia Christian Vitta, il sindaco di Locarno Nicola Pini, già presidente
fino allo scorso anno della Ticino Film Commission, Angelo Trotta direttore di Ticino Turismo e Nadia Dresti, membro del Consiglio di amministrazione del Locarno Film Festival, responsabile dell’Industry Advisory Board ed ex direttrice della TFC.
«In Ticino si è girato e si gira da Airolo a Chiasso – ha ricordato Claudio Franscella, presidente della Ticino Film Commission – dal Lucomagno a San Carlo in Val Bavona, passando per le città di Locarno, Bellinzona, Lugano. La nostra regione è potenzialmente tutta un set cinematografico. In Ticino non ci sono solo paesaggi mozzafiato ma anche luoghi più nascosti e gente di cinema
in grado di sostenere le produzioni che ci scelgono».
Parole d'encomio anche da Christian Vitta che definisce la TFC: «Un’iniziativa esemplare che ricopre un importante ruolo nelpromuovere l’immagine del Ticino oltre i confini nazionali e che contribuisce a generare ricadute positive per l'economia e per tutto il territorio».