Passerella crollata e condotta saltata. Il Consorzio aveva rassicurato tutti sulla balneabilità del fiume. Ma è successo un imprevisto.
AURIGENO - «Niente acque luride nel fiume ad Aurigeno». Con queste parole la scorsa settimana Carlo Carafa, presidente della Delegazione consortile depurazione acque del Verbano, aveva rassicurato la popolazione della località valmaggese e i bagnanti del fiume.
Perplessità nella popolazione – Nel frattempo però attorno al bosco in cui sorge il bacino utilizzato in alternativa alla condotta danneggiata e che raccoglie le acque degli scarichi fognari sono comparsi gli operai di tre ditte specializzate in aspirazione di pozzi e fosse fognarie. Non solo. Il bosco accanto alla passerella puzza da giorni. Di fogna. Un odore che ha suscitato perplessità nella popolazione.
Il bacino – Carafa, interpellato da tio.ch, era stato trasparente. Il crollo della passerella e la conseguente rottura della condotta fognaria avevano creato disagi alle acque nei giorni immediatamente successivi al disastro di fine giugno. Ma poi si è subito trovata una soluzione provvisoria. Appunto facendo capo a un bacino pre esistente utilizzato in questo frangente per accumulare i liquami provenienti da Aurigeno. Un bacino dalla capienza di 80 metri cubi che fino a pochi giorni fa veniva svuotato "secondo necessità".
La coincidenza – Dove sta l'inghippo? Perché poco dopo le rassicurazioni di Carafa, apparse su tio.ch a metà della scorsa settimana, cattivi odori e ditte specializzate hanno "invaso" la zona? Lo stesso Carafa spiega: «Purtroppo c'è stata una sfortunata coincidenza. Confermo tutto quanto avevo detto nell'intervista precedente. Il problema è che nel frattempo ci sono state delle precipitazioni. E a quel punto è capitato che il bacino si è riempito molto più in fretta di quanto prevedibile per effetto dell'acqua piovana. Ciò che ha provocato la tracimazione di un misto di liquami e acque meteoriche».
Non si poteva prevedere? – Acqua contaminata che ha poi formato nel bosco, a pochi metri dal fiume, una pozza dall'odore nauseabondo. E non è escluso che indirettamente quell'acqua sia finita nel fiume. Davvero non si poteva prevedere uno scenario del genere in caso di precipitazioni? È un tema che è emerso a più riprese tra la gente del posto anche in occasione di una tradizionale sagra svoltasi domenica. La questione era sulla bocca di tutti.
Il cambio di rotta – Il Consorzio in ogni caso è immediatamente corso ai ripari «appena ricevuta la prima segnalazione venerdì scorso poco prima di pranzo». Ed è lo stesso Carafa a confermarlo. «Abbiamo dato ordine di svuotare il bacino tutti i giorni. In modo da evitare qualsiasi altro spiacevole disguido. Purtroppo ci si trova ancora in una fase transitoria e di emergenza dopo il disastro che ha colpito l'Alta Vallemaggia a fine giugno».
Misura costosa – Inutile specificare che il nuovo provvedimento comporta costi decisamente maggiori. «Ce li assumiamo affinché la popolazione sia serena. Vorrei precisare che se avessimo preso l'attuale nuova via da subito, e poi non si fossero verificate precipitazioni determinanti, forse qualcuno ci avrebbe criticato per spreco di denaro pubblico».