Alcuni Cantoni hanno iniziato a sconsigliarne il consumo costante. Colpa delle PFAS. In Ticino il monitoraggio è in corso
LUGANO - Nemmeno con il pesce dei nostri corsi d'acqua si può stare più tranquilli. Almeno stando ai recenti test condotti dai Cantoni di Basilea Campagna e Basilea Città, effettuati allo scopo di rilevare la presenza di PFAS*. Riscontrate in misura tale da spingere le autorità locali a sconsigliare di mangiare regolarmente il pescato indigeno. Dagli accertamenti è emerso infatti che un pesce su otto non dovrebbe essere consumato.
Non essendo possibile adottare misure di diritto alimentare per del pesce non destinato alla vendita, si è optato per l'invito a non consumarlo più di una volta al mese.
*PFAS è l'abbreviazione di sostanze per- e polifluoroalchiliche. Si tratta di un gruppo di diverse migliaia di sostanze chimiche industriali sintetiche. Queste sostanze sono state ampiamente utilizzate su scala industriale dall'inizio degli anni Settanta del secolo scorso.
Una notizia che non farà certo piacere agli amanti della pesca e non solo. Ma il problema è lo stesso anche in Ticino? Tutti gli interrogativi del caso li abbiamo posti al Laboratorio cantonale e alla Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo (SPAAS). Che ci hanno fornito una risposta congiunta.
In Ticino sono state condotte analisi per rilevare le PFAS negli alimenti?
«La presenza di PFAS nelle derrate alimentari è una problematica relativamente nuova. In Svizzera i valori massimi per le PFAS in derrate alimentari di origine animale sono stati introdotti solo recentemente (01.02.2024, con un periodo di transizione di 6 mesi). Il Laboratorio cantonale, in collaborazione con la Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo (SPAAS) sta eseguendo un monitoraggio sui pesci nei laghi e nei fiumi ticinesi. La campagna è ancora in corso e i risultati saranno pubblicati nei prossimi mesi. Lo scorso anno è stata eseguita una campagna sull’acqua potabile».
Con che risultati?
«La campagna sull’acqua potabile, svolta lo scorso anno, ha permesso di identificare una situazione delicata a Sant’Antonino. Situazione che sarà presto risolta con la posa di filtri. Una campagna meno recente ha evidenziato un ulteriore caso a Chiasso. In questo caso la situazione è già risolta con la posa di filtri».
Indagini non a livello alimentare invece ne sono state condotte?
«A partire dal 2020 la SPAAS ha implementato un monitoraggio dei composti PFAS in differenti comparti ambientali. Vi sono compresi suoli con diversa tipologia di utilizzo (per es. suoli di parchi urbani, terreni di aziende agricole), ma anche le acque di falda e le acque superficiali del Lago di Lugano. Anche in questo caso, i risultati saranno pubblicati nei prossimi mesi».
Qual è la pericolosità effettiva di queste PFAS?
«Come indicato dall’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria, le PFAS penetrano nell’organismo principalmente attraverso l’alimentazione e possono in parte accumularsi nel corpo umano. Secondo lo stato attuale delle conoscenze, alcune di esse hanno diversi effetti negativi sulla salute. Su numerosi altri composti di questo gruppo di sostanze, tuttavia, le conoscenze sono tuttora molto lacunose. Dalle valutazioni del rischio condotte dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e dall’Istituto federale tedesco per la valutazione del rischio è emerso che, nei bambini, sussiste una correlazione tra i tenori di PFAS rilevati nel sangue e una ridotta concentrazione di anticorpi post-vaccino, con una conseguente riduzione dell’efficacia delle vaccinazioni. Le due organizzazioni sottolineano inoltre altri possibili effetti negativi sulla salute di elevati tenori di PFAS nel sangue, ad esempio sul fegato, sui reni o sul peso alla nascita».
Qual è l'origine di queste sostanze?
«L’origine delle PFAS nell’ambiente è molto variegata. Di conseguenza anche i siti potenzialmente contaminati possono essere diversi. Da dati raccolti in Svizzera e all’estero, sono emerse per esempio contaminazioni di PFAS in prossimità di siti di esercitazione dei pompieri con uso regolare di schiume estinguenti o presso vecchi impianti industriali con processi galvanici. A livello federale sono in corso approfondimenti e discussioni per l’aggiornamento delle necessarie normative e per permettere la gestione dei siti inquinati e della contaminazione ambientale diffusa».
Cosa si può fare a livello individuale per prevenirne l'assunzione?
«Le PFAS sono sostanze molto utilizzate in passato per via della loro stabilità e versatilità. Oggi l’uso di alcune di queste sostanze è ampiamente vietato. Ciò nonostante continuano a essere rilevate nell’ambiente e nella catena alimentare. Il consiglio è quello di alimentarsi in modo variato in modo da ridurne l’assunzione».
Cosa è stato fatto fino ad ora a livello locale per limitarne l'assunzione?
«Per quanto riguarda l'acqua potabile, le misure adottate o che saranno adottate a breve hanno portato o porteranno ad una significativa riduzione dell’esposizione a queste sostanze. L’introduzione dei nuovi valori di legge per alcuni alimenti di origine animale all’inizio del 2024, e la prevista riduzione del valore di legge per l’acqua potabile, porteranno ad un ulteriore abbassamento dell’esposizione della popolazione. Per il prossimo anno è prevista una campagna nazionale che riguarderà pesci, carne e uova presenti sul mercato».