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LUGANO«La correlazione obeso uguale stupido è ancora molto presente»

21.11.24 - 19:00
Nel 2022 oltre il 40% della popolazione svizzera era in sovrappeso o affetta da obesità. L'analisi dell'esperta: «Ancora tanta discriminazione»
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«La correlazione obeso uguale stupido è ancora molto presente»
Nel 2022 oltre il 40% della popolazione svizzera era in sovrappeso o affetta da obesità. L'analisi dell'esperta: «Ancora tanta discriminazione»

LUGANO - «Nel 2022 il 31% della popolazione dai 15 anni in su residente in Svizzera era in sovrappeso e il 12% soffriva di obesità». I dati pubblicati questa mattina dall'Ufficio federale di statistica in merito a un'indagine sulla sanità fotografano una situazione alquanto allarmante.

In 30 anni la quota di persone che soffrono di obesità è aumentata dal 5% del 1992 al 12% del 2022. Per quanto riguarda il sovrappeso invece, tra il 1992 e il 2012 la quota è aumentata dal 25 al 30% per poi rimanere stabile nei dieci anni seguenti.

La questione però è complessa. E se le conseguenze sono chiare (si registra un forte aumento del rischio di malattie cardiovascolari) sulle cause la nebbia da dipanare è ancora fitta. Esiste infatti una differenza importante in termini di genere e livello di istruzione. Nel 2022 un uomo su due (rispetto a una donna su tre) erano affetti da sovrappeso o obesità. «Quello che posso osservare nel mio piccolo è che ci sono degli eventi di vita e di salute concomitanti che si combinano», ci ha spiegato la dietista Pamela Demenga. Assieme all’esperta cerchiamo di fare chiarezza.

Quali sono le cause dietro all'aumento così marcato dei casi di obesità e di sovrappeso?
«È importante sottolineare che non c'è intenzionalità. Spesso questo aspetto viene trascurato, ma le persone non progettano di ammalarsi di obesità. C'è un processo che si attiva gradualmente, si può pensare a un piano inclinato. Si inizia ad avere dolori, non ci si muove più come prima, il cerchio delle amicizie si restringe, aumenta la frustrazione e si prende peso. Si tratta di un circolo vizioso difficile da rompere una volta attivato, nel quale la tristezza e l'isolamento sociale hanno un impatto significativo».

Esiste ancora una forte discriminazione dell'obesità in Svizzera, quali sono le conseguenze?
«In ambito lavorativo purtroppo la discriminazione verso le persone obese è ancora molto presente. Spesso una persona competente viene esclusa nella scelta dei candidati, non perché non corrisponde al profilo richiesto, ma a causa della sua obesità. È una problematica che continua a impressionarmi molto. Nella nostra visione europea il peso e la forma del corpo grosso è associato con uno scarso valore della persona. La correlazione obeso uguale stupido è ancora molto presente».

Quali sono le responsabilità del nostro sistema sanitario?
«Un progetto di cure adeguato richiede una pazienza che il nostro sistema sanitario non può concedere. La ragione? Perché deve rispondere a una logica del guadagno. Non lavoro più in una struttura, ma lavoro da sola proprio perché non sopportavo più questa fretta. Prendere a carico un paziente significa capire la persona. Non è un processo che si può compiere in venti o trenta minuti. Quindi un progetto di cure costa. E non abbiamo la possibilità a livello di sistema sanitario di sostenere queste cifre».

Si stanno affermando nuovi farmaci dimagranti usati nei trattamenti contro l'obesità. Attorno a queste iniezioni c'è ancora molta confusione, potranno rappresentare una possibilità in futuro?
«Guardo a questi nuovi trattamenti con speranza. Ma è importante controllare l'uso e la prescrizione. Il farmaco solo non basta, bisogna prendere a carico il paziente a 360 gradi. Comprare le siringhe e curarsi senza essere seguiti adeguatamente non ha senso e può rivelarsi pericoloso. Bisogna accompagnare le persone e non abbandonarle».



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