Il primo cittadino di Lavena Ponte Tresa, Massimo Mastromarino, contro le Autorità ticinesi: «C'è qui gente che si alza alle 5 del mattino per andare a lavorare. Sono tenuti fermi come bestie»
PONTE TRESA - Gli strascichi della tentata rapina a Molinazzo di Monteggio stanno generando disagi. Il traffico, sulle arterie principali, è intasato a causa del blocco delle dogane. Cosa, questa, che non va giù al sindaco di Lavena Ponte Tresa, Massimo Mastromarino.
Lo raggiungiamo telefonicamente mentre letteralmente urla contro gli agenti delle Guardie di confine al valico: «Sta tenendo in ostaggio 5mila persone, si vergogni», si sente in lontananza prima di prendere in mano il telefono. «Ci sono code fino ad Agno. Non gli è concesso di tornare a casa loro e questo è inammissibile - ci spiega al telefono con tono tutt'altro che tranquillo -. Si facciano i posti di blocco, si controllino le persone, ma chi non ha fatto nulla venga lasciato passare. Quanto sta accadendo è inammissibile».
Il Sindaco non le manda a dire, anzi: «È come se, dopo un furto al Bennet, noi non permettessimo ai ticinesi di rientrare in Svizzera. Nel 2016 questa cosa è inaccettabile».
Mastromarino spiega di aver inoltrato protesta formale alla Polizia cantonale attraverso la prefettura di Varese. «Al telefono mi hanno risposto di avere cose più urgenti da fare. Ci sono i bilaterali e la libera circolazione delle merci e delle persone. Si devono vergognare. C'è qui gente che si alza alle 5 del mattino per andare a lavorare. Sono tenuti fermi come se fossero bestie».
C'è incredulità, invece, da parte di una guardia di confine: «É la prima volta che riceviamo un ordine simile. Mai vista una cosa del genere».