È quanto afferma il 27enne accusato di aver provato ad accoltellare alcuni giovani, che l'hanno poi picchiato, alla Rotonda di Locarno.
LUGANO - Da vittima a imputato. Il 27enne srilankese preso a calci, pugni e sassate da un gruppo di ragazzi, la notte tra venerdì 7 e sabato 8 ottobre 2022, alla Rotonda di Locarno, è oggi sotto accusa alle Assise criminali di Lugano. L'uomo, residente in Svizzera tedesca, era infatti stato brutalmente picchiato (come era apparso evidente in un video in seguito diventato virale) ma, stando alla pubblica accusa, solo dopo che aveva minacciato i giovani con un coltello, sferrando vari fendenti.
Il 27enne, che è affetto da schizofrenia paranoide, deve rispondere di tentato omicidio intenzionale ripetuto, subordinatamente tentate lesioni gravi ripetute, ripetuta esposizione a pericolo della vita altrui e ripetute tentate lesioni semplici con oggetto pericoloso, oltre che di rissa e danneggiamento.
L'uomo ha già molteplici precedenti in Svizzera tedesca per vari reati, tra cui vie di fatto, lesioni e ubriachezza molesta, e ha ancora 14 mesi di carcere da scontare di una condanna precedente. «Ero giovane e avevo problemi con l'alcol», si giustifica in aula: «Rimpiango di aver fatto determinate cose». «Come mai ha commesso questi reati?», lo incalza il giudice Mauro Ermani. «C'era sempre di mezzo l'alcol. Ma ora sono pulito e quando uscirò dal carcere non ho più intenzione di bere», replica. «È facile ora rimanere astinenti, ma la dipendenza si combatte anche con la terapia», commenta in tutta risposta Ermani.
Si parla poi dell'episodio della Rotonda di Locarno, avvenuto mentre il giovane si trovava in vacanza in Ticino. «Come mai i ragazzi l'hanno pestata quella notte?», chiede il giudice all'imputato. «Non lo so, deve chiederlo a loro», risponde il 27enne, ammettendo comunque che quella sera era «parecchio ubriaco»: «Avevo bevuto mezza bottiglia di whisky».
Il 27enne nega però di aver brandito un coltello e di aver provato a colpire qualcuno: «Non avevo nessun coltello, lo giuro. Ciò che brillava nel video era il mio orologio». E, riguardo alle dichiarazioni dei ragazzi del gruppo, che hanno sempre affermato il contrario, il giovane sostiene che possano «essersi messi d'accordo a posteriori». C'è però un'ulteriore prova, agli atti, che dimostrerebbe che lo srilankese quella sera aveva in mano un coltello: «Le due persone che hanno girato il video non facevano parte del gruppo, e nemmeno conoscevano chi ne faceva parte. Mentre filmavano uno di loro ha però detto chiaramente "ha un coltello"», evidenzia Ermani.
Lo scorso aprile, lo ricordiamo, due dei ragazzi che avevano partecipato al pestaggio dell'oggi imputato sono stati condannati a tre anni e mezzo di detenzione ciascuno e all'espulsione dalla Svizzera per dieci anni. Un terzo giovane era invece stato condannato a sei mesi di detenzione sospesi in condizionale, mentre un quarto era stato assolto.