Nel dicembre del 2019 il dj avrebbe dovuto esibirsi all’Hallenstadion di Zurigo. Ma pochi giorni prima dell’evento ha cancellato tutto.
MENDRISIO - Nuove diatribe legali, dopo il caso del festival austriaco, per Gigi D’Agostino. Il celebre dj torinese, che da anni risiede in Ticino, è stato chiamato in causa per il tramite della sua società, la Modusart SA, per aver negato la sua presenza, a pochi giorni di distanza dall’evento, a quello che doveva essere un suo concerto all’Hallenstadion di Zurigo. L’ha appreso Tio/20Minuti.
Il dj set avrebbe dovuto tenersi il 20 dicembre 2019 e i danni subiti dalla società che ha intentato l'azione legale, la Stargarage AG di Olten, supererebbero i 100mila franchi.
Con la firma, il cachet completo - Il contratto che sanciva l’organizzazione del concerto era stato stretto nel 2019, ci è stato riferito, e, a seguito della firma, la Stargarage ha pagato l'intero ingaggio alla Modusart. Verso l'autunno le parti si sono però rese conto che la vendita dei biglietti non stava andando come avrebbe dovuto, e da lì sono nate varie discussioni concernenti i dettagli tecnici dell’evento. Alcune delle richieste formulate dalla società del dj sarebbero infatti state sproporzionate e, dal punto di vista logistico, irrealizzabili, ma le alternative proposte dalla Stargarage venivano sistematicamente rifiutate.
Tensioni e disaccordi - A dieci giorni dalla data fissata per il concerto la Modusart pretendeva ad esempio che D’Agostino facesse delle prove sul posto il giorno prima dell’evento, nonostante riservare uno spazio come l’Hallenstadion con un anticipo così ridotto sia praticamente impossibile. Sono stati motivo di contesa, inoltre, l’altezza del palco e la quantità di coriandoli che sarebbero stati esplosi in aria durante l’esibizione, ma anche la location stessa.
Tutto all'aria - Dopo diversi tira e molla, qualche giorno prima dell’evento la Modusart ha infine comunicato alla Stargarage che riteneva il contratto annullato e che Gigi D’Agostino non si sarebbe esibito. Il contratto prevedeva infatti tutta una serie di condizioni logistiche che l’artista ha fatto e sta tuttora facendo valere per giustificare la mancata esibizione. La Stargarage, dal canto suo, ritiene che l’annullamento del contratto sia stato illecito.
Fatto sta che la società di Olten si è vista costretta a cancellare l’evento all’ultimo momento e a rimborsare tutti i biglietti. E i danni subiti, tra l’ingaggio mai restituito, il rimborso dei biglietti, l’affitto dell’Hallenstadion e le spese fatte per pubblicizzare il concerto e retribuire il personale tecnico, sono decisamente ingenti.
«Richieste non soddisfatte» - Gigi Dag e la sua società, dal canto loro, contestano tutto. «Noi sosteniamo che il contratto è stato violato dalla Stargarage, perciò da parte nostra non è dovuto nulla», afferma l’avvocato Massimiliano Parli. «Al suo interno erano state fatte delle richieste tecniche ben precise, cui la controparte aveva detto di essere in grado di dar seguito. Di fatto però, dopo varie sollecitazioni da parte della Modusart, la società di Olten non ha potuto confermare che avrebbe soddisfatto le suddette richieste tecniche. Hanno proposto tutt’altro, quindi il contratto è stato violato e l’artista non era più tenuto ad esibirsi».
L'ingaggio intascato? «Il contratto lo prevedeva» - Il contratto, sostiene Parli, «prevedeva anche che se non fossero stati rispettati alcuni punti, tra i quali proprio le richieste tecniche, il contratto sarebbe stato considerato come risolto e la mia cliente (la Modusart ndr.) avrebbe avuto il diritto di trattenere tutte le somme già corrispostele a titolo di ingaggio».
La controversia legale va avanti ormai dal 2020. E per Gigi D’Agostino e la sua società si prospettano altre udienze.