Inaugurata oggi l'opera di restauro che restituisce alla struttura l'aspetto che aveva nel XIX secolo
LAMONE - Con una Messa Solenne presieduta dal Monsignor Vescovo Alain De Raemy e allietata dai "Canterin da Cadempin", si è inaugurato questa domenica il restauro della Chiesa parrocchiale Sant'Andrea di Lamone-Cadempino.
Presenti all'inaugurazione vi erano il Consigliere di Stato Raffaele De Rosa, il Presidente del Consiglio parrocchiale Sergio Vecchi e il Sindaco di Lamone, Marco Balerna.
L'edificio - Situata a sud dell'abitato, la chiesa di sant'Andrea è un edificio che ha subito trasformazioni sia nel secolo XVII che nel XIX; è stato inoltre restaurato nel 1976-77. A testimonianza di un'antica origine resta il campanile romanico con le nicchie cieche definite da arcatelle. La facciata della chiesa, opera dell'architetto Alessandro Ghezzi (1894), è in stile neoclassico ed è preceduta da un portico con pilastri d'ordine toscano.
Il restauro - L’obiettivo dell'intervento di restauro è stato quello di valorizzare l’apparato decorativo presente in chiesa. Questo era stato molto rimaneggiato nel tempo e ridipinto con prodotti impropri e colori non adeguati.
Per creare un’armonia tra cappelle, dipinti e gli elementi plastici, si è pensato di recuperare una situazione cromatica generale esistente verso la metà del 1800. Sui fondi delle pareti e delle volte, in origine decorate, si è proceduto a una semplificazione, in quanto un recupero dei dipinti originali non era purtroppo più possibile.
È stato invece possibile riproporre gli spazi che erano occupati da cornici modanate nelle lesene e nei sottarchi con al centro dei rosoncini. Un altro recupero possibile è stato quello della decorazione ornamentale della finestra sulla lunetta in controfacciata.
Sui dipinti figurativi è stato realizzato un intervento di conservazione e restauro con una pulitura dell’intenso sporco superficiale, il consolidamento del colore ed un’integrazione pittorica delle perdite delle crepe e delle abrasioni.
Nelle due cappelle laterali con i preziosi stucchi, si è asportata completamente la ridipintura realizzata nella seconda metà del XX sec. con colore sintetico, come anche le pesanti dorature a bronzina applicate in aree non corrette.
Questo intervento ha permesso di riscoprire i colori del 1827 e le tracce delle dorature originali.
I ritocchi delle cadute di colore e degli stucchi restituiscono una visione molto simile alla situazione del XIX secolo.