All'uomo è stata comminata una pena detentiva di due anni interamente sospesa con la condizionale.
LUGANO - Due anni di detenzione interamente sospesi con la condizionale per un periodo di tre anni. Più il divieto a vita di praticare qualsiasi attività a contatto con minori. È questa la pena decisa oggi dalla Corte delle Assise correzionali per il 71enne svizzero tedesco che tra il 2017 e il 2019 nel Luganese abusò sessualmente del suo figliastro, un bambino di 12 anni affetto da un grave ritardo mentale.
L'uomo, che in seguito al suo arresto aveva scontato 70 giorni di detenzione preventiva, non tornerà quindi in carcere.
La madre del bambino ed ex moglie del 71enne è stata invece giudicata colpevole di favoreggiamento, ma è stata mandata esente da pena, mentre è stata prosciolta dalle restanti ipotesi di reato.
«Irrilevanti» le presunte motivazioni - «È certo che i toccamenti alle parti intime costituiscono degli atti sessuali, e considerato il grave ritardo mentale del minore si confermano anche gli atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere», ha detto il giudice Amos Pagnamenta. «Se l'imputato avesse voluto aiutare o meno il bambino con i suoi problemi sessuali è inoltre irrilevante, perché si parla di gesti sessuali».
«C'è stato poi un caso di masturbazione reciproca», viene sottolineato, «ed è emerso che l'uomo ha effettuato delle ricerche online in merito a rapporti gay tra padri e figli».
Due anni di abusi - Il 71enne, per di più, «ha agito ripetutamente sull'arco di due anni, mettendo a repentaglio il naturale sviluppo del figliastro in materia sessuale». Pesa poi sulla sua colpa il fatto che «aveva un dovere di educazione nei confronti del bambino». L'uomo, infine, «ha spesso negato, fornendo spiegazioni contraddittorie».
«Una situazione difficile» - Per quanto riguarda invece la madre del bambino, il giudice ha specificato che sì, la donna non ha segnalato gli abusi alle autorità per circa un anno, ma va considerato che «si trovava in una situazione difficile sia rispetto alla sua permanenza in Svizzera, sia a causa della sua dipendenza economica dal marito». La donna è stata inoltre prosciolta dagli altri reati.
La pubblica accusa, lo ricordiamo, aveva chiesto due anni di detenzione sospesi con la condizionale per un periodo di tre anni per il patrigno, e un anno e mezzo sospeso con la condizionale per due anni per la madre del bambino. La difesa aveva invece spinto per un anno e mezzo sospeso con la condizionale per il primo e una pena pecuniaria sospesa per la seconda.