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CANTONE«Voleva ucciderlo, ma il progetto era in fase embrionale»

23.07.24 - 17:56
Condannato a due anni e mezzo di detenzione, di cui uno solo da scontare, il 63enne che pianificò di uccidere l'amante della moglie.
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«Voleva ucciderlo, ma il progetto era in fase embrionale»
Condannato a due anni e mezzo di detenzione, di cui uno solo da scontare, il 63enne che pianificò di uccidere l'amante della moglie.

BELLINZONA - Sì, pianificò di uccidere l'amante della moglie. Ma il 63enne italiano residente nel Luganese processato ieri alle Assise criminali potrà uscire di carcere tra soli due mesi. Oggi la Corte l'ha infatti condannato a due anni e mezzo di detenzione, di cui uno solo da scontare e il resto sospeso con la condizionale per un periodo di prova di tre anni, più un trattamento terapeutico ambulatoriale.

Quanto all'espulsione, la Corte ha riconosciuto il caso di rigore, considerato che l'uomo vive in Svizzera da 39 anni.

«Il progetto di uccidere c'era, e il movente, quello di eliminare il rivale in amore, non si può che biasimare», ha spiegato il giudice Amos Pagnamenta. «Tuttavia questo progetto era ancora in fase embrionale».

«Non voleva suicidarsi» - L'uomo è comunque stato giudicato colpevole di atti preparatori di omicidio intenzionale: non ha infatti convinto la tesi del suicidio sostenuta dalla difesa. «Per quanto concerne la ricerca della pistola, nel corso dell'inchiesta l'imputato si è giustificato in tutt'altro modo. In un'occasione ha detto di aver cercato di ottenere l'arma "perché in futuro voleva tornare a vivere in Puglia e poteva essere una garanzia per la sua sicurezza" e in un'altra "perché voleva andare al poligono"», ha sottolineato Pagnamenta. «Dopo una prima fase di sconforto seguita all'addio della moglie, inoltre, gli intenti autolesivi parevano essere superati, come confermato dall'imputato stesso e dal suo psicologo».

Che l'arma non servisse per suicidarsi «emerge poi anche da considerazioni più pratiche». L'uomo «è riuscito ad acquistare un fucile, arma idonea per chi intende suicidarsi, eppure ha continuato a cercare una pistola. Un'arma a canne lunghe è infatti più difficile da nascondere, e rende l'avvicinamento a una potenziale vittima più complicato».

Messaggi compromettenti - Diversi messaggi inviati dal 63enne a conoscenti e amici, tra cui uno in cui aveva scritto "Se avessi una pistola ammazzerei quell'uomo", sono inoltre stati ritenuti compromettenti.

È stato infine giudicato irrilevante il fatto che al momento dell'arresto il 63enne non avesse ancora identificato chi fosse l'amante della moglie. «Si stava infatti adoperando, anche attraverso strumenti di sorveglianza, per scoprire la sua identità».

«Una persona disperata è capace di qualsiasi cosa» - Insomma «se non fosse stato fermato l'imputato sarebbe passato all'azione. Si sa che una persona disperata è capace di qualsiasi cosa».

Quanto agli altri principali capi di accusa, il 63enne è stato prosciolto dal reato di coazione e condannato solo in parte per gli atti sessuali con fanciulli e gli atti sessuali con minorenni contro rimunerazione.

Durante il dibattimento svoltosi ieri, lo ricordiamo, la pubblica accusa aveva chiesto quattro anni e due mesi di carcere, più un trattamento terapeutico ambulatoriale, mentre la difesa aveva chiesto un massimo di tre anni di detenzione, con una sospensione condizionale almeno parziale.

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COMMENTI
 

MarcN.7 1 mese fa su tio
si sa, cosa vuol dire, tutti possono fare qualsiasi cosa - poi perizia per tutti i cittadini ogni 10 anni, nessuno escluso

centauro 1 mese fa su tio
Risposta a MarcN.7
Riusciresti a riscrivere il tuo pensiero in modo comprensibile?
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