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Condannato e espulso lo stalker della Leventina

L'uomo, ritenuto colpevole di incendio intenzionale, dovrà scontare due anni di carcere. «Ha messo in pericolo l'incolumità pubblica».
Tipress (simbolica)
Condannato e espulso lo stalker della Leventina
L'uomo, ritenuto colpevole di incendio intenzionale, dovrà scontare due anni di carcere. «Ha messo in pericolo l'incolumità pubblica».

LUGANO - «L'imputato non è per nulla credibile. E, viste le precedenti condanne e l'elevato rischio di recidiva, è prevalente l'interesse pubblico all'espulsione». È con queste parole che il giudice Amos Pagnamenta ha annunciato la condanna del 62enne italiano residente in Leventina che per tre anni perseguitò la sua ex compagna, arrivando ad appiccare un incendio fuori da casa sua.

L'uomo dovrà scontare due anni di carcere e sarà espulso dalla Svizzera per un periodo di sei anni. È infatti stato riconosciuto colpevole di incendio intenzionale, coazione ripetuta (stalking), minaccia, ingiuria, danneggiamento e guida senza autorizzazione.

«Quei biglietti li ha scritti lui» - «Il tenore dei biglietti di minaccia ricevuti dalla vittima, comprese le imprecisioni linguistiche e ortografiche, è lo stesso degli scritti inviati dall'imputato al Ministero pubblico. E gli epiteti usati corrispondono alle dichiarazioni rese dall'uomo in corso di inchiesta», ha spiegato il giudice Amos Pagnamenta. «L'imputato nega inoltre sostanzialmente tutto, anche aspetti incontestabili perché confermati dai suoi stessi amici».

«Il 62enne ha poi dichiarato che la notte del rogo si trovava in Italia, il che è stato smentito dalle prove agli atti», viene sottolineato. Credibile, invece, è stata ritenuta la vittima, che è sempre rimasta coerente. «A ciò si aggiunge che la catasta di legna a cui è stato dato fuoco era motivo di discussione tra i due ex partner».

«Le fiamme erano vicine ai fili elettrici delle Ferrovie» - Quanto all'incendio, «la Corte concorda con la difesa sul fatto che non sono dati i requisiti per l'incendio aggravato. Non si può però parlare di un incendio di piccola entità: si trattava di una grande catasta e le fiamme si sono alzate molto, fino a lambire i fili elettrici delle Ferrovie».

«Ha posto in pericolo l'incolumità pubblica» - Con il suo agire, dunque, «il 62enne ha posto in pericolo l'incolumità pubblica. E la sua colpa è grave soprattutto dal profilo soggettivo». Il giudice ha inoltre evidenziato che l'imputato «non ha tratto alcun insegnamento dalla precedenti condanne e ha commesso reati anche durante il periodo di prova della carcerazione condizionale».

«Pesano come macigni le precedenti condanne» - La prognosi, per quanto riguarda il rischio di recidiva, «non è quindi solo negativa, ma nefasta. E per quanto riguarda l'espulsione pesano come macigni le precedenti condanne e i pregressi comportamenti».

A favore del 62enne la Corte ha comunque riconosciuto la lieve scemata imputabilità rilevata dal perito psichiatrico.

Durante il dibattimento odierno, lo ricordiamo, la pubblica accusa aveva chiesto tre anni e mezzo di carcere, più l'espulsione dalla Svizzera per sette anni, mentre la difesa voleva il proscioglimento.

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