Matteo Pronzini interpella il Governo sull'atteggiamento «omertoso» emerso nel corso del processo all'ex dipendente del Dss riconosciuto colpevole di coazione sessuale
BELLINZONA - La vicenda dell’ex funzionario del DSS, condannato ieri ad una pena pecuniaria sospesa per coazione sessuale, ha fatto emergere a più riprese il «ruolo complice e omertoso dell’amministrazione cantonale» scrive oggi Matteo Pronzini in un’interpellanza al Consiglio di Stato.
Le vittime si erano infatti rivolte ai superiori per raccontare quanto accaduto, senza però ottenere riscontri. Un atteggiamento «inaccettabile e che non può passare sotto silenzio», criticato anche dalla procuratrice pubblica Chiara Borelli e che ha inoltre portato il giudice Marco Villa - in qualità di rappresentante dello Stato - a scusarsi con le tre donne.
«Per quale ragione malgrado queste ripetute segnalazioni il funzionario è rimasto responsabile delle politiche giovanili del Cantone?», chiede Pronzini, sollecitando l’Esecutivo nell’indicare motivazioni e responsabili di questo atteggiamento, soffermandosi in particolare sul caso del 2007, quando alla terza vittima fu spiegato che la «situazione era complicata» e non vennero presi provvedimenti.
Chiedendo inoltre lumi sull’iter seguito dall’amministrazione nel caso di questo genere di segnalazioni, il deputato MPS chiede infine se siano o meno in corso inchieste interne sui fatti accaduti.
Le domande dell'interpellanza