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CANTONEConsuntivo, «bocciato l'operato del Governo»

18.06.24 - 21:12
La prima reazione al "No" arrivato in Gran Consiglio è quella dell'UDC
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Fonte UDC
Consuntivo, «bocciato l'operato del Governo»
La prima reazione al "No" arrivato in Gran Consiglio è quella dell'UDC

BELLINZONA - È arrivata, inattesa perlomeno nelle tempistiche (il voto sembrava che dovesse slittare a mercoledì), la bocciatura del Consuntivo 2023, sia per quanto riguarda il rapporto di maggioranza presentato da Bixio Caprara che per quello di minoranza, presentato da Ivo Durisch.

Un "No" secco ai conti cantonali che, sebbene non abbia valenza giuridica, non potrà non avere ripercussioni politiche. Pochi minuti dopo la conclusione della seduta del Parlamento è arrivata la dura presa di posizione dell'UDC».

«Il Cantone prevedeva un deficit di 80 milioni ma ne è uscito uno di 122 milioni. Sono ormai anni che il Governo si affida alla buona stella sperando che la situazione cambi da sola, ma è evidente che la spesa continuerà a crescere. L’UDC ritiene che è giunto il momento di agire con dei freni mirati della crescita in modo tale che la spesa – entro il 2027 – sia rimodellata adeguatamente sulla sua crescita e ridistribuita selettivamente in funzione dell’efficienza ed efficacia dell’intervento statale».

La posizione democentrista, peraltro già manifestata in aula, è netta. «L’inattività e lo spreco di tempo del Governo nell’applicare la volontà popolare in merito al Pareggio entro il 2025 con il Decreto Morisoli, ci ha portato in una situazione finanziaria disastrosa e di pace sociale fragilissima di cui il Consuntivo 2023 e il Preventivo 2024 sono solo la punta dell’iceberg. Purtroppo il Governo speculando sui tempi si trova ora nella pessima situazione di dover agire con tagli lineari».

La spesa pubblica, la centralizzazione decisionale e la burocratizzazione operativa «stanno diventando il problema, non la soluzione. La sua inefficienza e inefficacia in molti campi, dopo oltre un decennio sono lì da vedere. Da anni la colpa è sempre di qualcuno o di qualcos’altro, mai un’autocritica, mai un’ammissione di errore, sempre e solo vittimismo di fronte alle circostanze», tuonano dal gruppo democentrista.

Lo squilibrio finanziario e gli alti costi sono sotto gli occhi della popolazione, che solo due settimane fa ha «riconfermato e ricordato ai politici che non se ne parla di aumentare le imposte e che risparmiare vale per le spese di gestione corrente ma anche per quelle di investimento. In assenza – ormai cronica – di propositività da parte di Governo e dei Partiti di Governo, noi continueremo a fare pressione affinché i nostri atti parlamentari (iniziative e mozioni), vecchi da anni e inevasi, vengano finalmente trattati e soprattutto votati dal Gran Consiglio; unica strada percorribile per rimettere concretamente ordine nei conti dello Stato».

Il pareggio dei conti statali è più di una faccenda contabile: diventa una questione morale. «È una questione di rispetto nei confronti di chi viene dopo di noi, quelli che oggi sono ancora a scuola, che – se il Governo non correrà ai ripari al più presto – avranno paghe più basse, lavori più precari, benessere limitato e prosperità traballante. Sono loro che dovranno restituire alle banche quasi 1 miliardo di debiti creati per i nostri interessi, desideri e, forse, capricci. Una restituzione che nessuna generazione prima ha mai dovuto fare. Le finanze pubbliche in ordine non è mera contabilità, è giustizia intergenerazionale e onestà sociale; è rispetto tra chi paga e chi spende!».

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