Per due voti il Parlamento approva il rapporto di maggioranza (che chiedeva l'abrogazione dell'imposta)
BELLINZONA - Per soli due voti, il Gran Consiglio ha detto, di fatto, "no" alla tassa di collegamento, la cosiddetta imposta sui posteggi voluta dal consigliere di Stato Claudio Zali e accolta dal popolo nel 2016 e che sarebbe dovuta entrare in vigore nel 2025. Nello specifico, votando il rapporto di maggioranza (44 sì 42 no), l’aula ha dato parere favorevole all’iniziativa popolare che chiedeva di abolire la tassa di collegamento.
Convergenza PLR, Centro e UDC - Nelle settimane precedenti, la maggioranza della commissione della Gestione, grazie alla convergenza fra PLR, Centro e UDC, aveva espresso il proprio sostegno all’iniziativa popolare. Nel rapporto - di cui Roberta Soldati (UDC) è relatrice - si ritiene la tassa «inefficace. Seppur non formalmente ancora entrata in vigore, nel periodo 2016- 2020 de facto essa ha già trovato applicazione».
I parcheggi non sono diminuiti - Ciò ha «permesso di dimostrare che, seppur formalmente indirizzata ai proprietari dei parcheggi, la tassa è stata messa a carico degli utilizzatori, ossia dei dipendenti». A fronte di tale prassi, «negli ultimi anni non si è assistito a una diminuzione dei parcheggi. Questo significa che se la tassa di collegamento o il controprogetto entrassero in vigore i lavoratori si vedrebbero imputare nuove spese per circa 900-1'000 franchi all’anno».
Il rapporto di minoranza - Il rapporto di minoranza, firmato da Lega, Verdi e PS, appoggiava invece il controprogetto elaborato dall’esecutivo. «Rimettere in discussione con un voto in Gran Consiglio una legge decisa da un voto popolare - si legge nel documento, di cui Samantha Bourgoin (Verdi) è relatrice - come vogliono fare gli iniziativisti, addirittura prima che questa entri in vigore, è un esercizio molto delicato che vede una gran parte della commissione preoccupata dal non rispetto della volontà del popolo, indipendentemente dalla propria opinione sulla tassa di collegamento».
«Il popolo deve esprimersi» - Solo respingendo l’iniziativa e accogliendo il controprogetto in Gran Consiglio «si permetterà alla popolazione di esprimersi in seconda battuta in votazione popolare, sia sull’iniziativa, sia sul controprogetto». Si ricorda inoltre che «gli effetti dell’applicazione della tassa di collegamento sulle abitudini di mobilità saranno monitorati e valutati dopo un periodo di tre anni dalla sua introduzione effettiva. In seguito spetterà ancora al Gran Consiglio determinarsi sul suo mantenimento».
«Falsità» - Molto duro l'intervento del consigliere di Stato Claudio Zali, il quale ha definito il rapporto di maggioranza «un coacervo di imbarazzanti falsità, scritte e sottoscritte in malafede, distorcendo il vero e dicendo il falso. La vera domanda è "per quale ragione il Gran Consiglio dovrebbe abrogare una legge del popolo prima che sia entrata in vigore?»
Di cosa si tratta - La tassa di collegamento, lo ricordiamo, è un'imposta (votata dal popolo ticinese, con entrata in vigore prevista nel 2025) a cui dovrebbero essere assoggettati generatori di importanti correnti di traffico, come aziende e centri commerciali, che dispongono di 50 o più posteggi destinati alla clientela o/e al personale. Lo scopo della tassa, che aveva un effetto indiretto sugli utenti (lavoratori e clienti), era quello di ridurre il traffico veicolare e finanziare il potenziamento del trasporto pubblico interno e transfrontaliero. Per abrogare la tassa, l’UDC - insieme ad alcuni rappresentati di PLR e Centro - alla fine del 2022 aveva lanciato un’iniziativa popolare, raccogliendo circa 16'000 firme.
Il controprogetto del governo - Una tassa di collegamento, ma solo per i parcheggi aziendali. Era quanto messo a punto dal Governo ticinese nel controprogetto. La proposta vedeva la rinuncia dell'assoggettamento ai posteggi dei centri commerciali destinati ai clienti, tenendo conto della mutata situazione congiunturale. Complessivamente il Cantone avrebbe incassato 5 milioni di franchi in meno, su una ventina di milioni totali.
La presa di posizione dell' UDC - UDC Ticino «prende atto con favore dell’accoglimento da parte del Gran Consiglio dell'iniziativa volta ad abolire la tassa di collegamento lanciata dall'UDC con rappresentanti del PLR e de Il Centro. La volontà del popolo è stata in questo modo tutelata: quest’ultimo ha infatti recentemente – e a più riprese – detto No a nuove tasse e all’aumento di imposte accogliendo il decreto Morisoli e la recente riforma fiscale».
Il Parlamento «ha dimostrato finalmente un po’ di coerenza con le recenti votazioni che hanno dimostrato che le cittadine e cittadini non vogliono un aumento di tasse e imposte. L'obiettivo principale della tassa di collegamento era fare cassetta, prova ne è che il Consiglio di Stato aveva previsto 15 milioni a piano finanziario nei prossimi anni. Ciò significa che dietro questo progetto non c’era l’intento di ridurre i posteggi, ma di prelevare ulteriori soldi dalle tasche dei contribuenti. L’UDC è pertanto soddisfatta per essere riuscita, ancora una volta, a tutelare cittadini, famiglie e PMI dagli appetiti tassaioli del Governo e di una parte del Parlamento».