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LUGANO«Più trasparenza sul PSE», l'MPS scrive a Palazzo Civico

28.10.24 - 09:47
Nella lettera aperta, il Movimento per il socialismo rivolge pure diverse richieste all'esecutivo luganese
CITTÀ LUGANO
Fonte MPS
«Più trasparenza sul PSE», l'MPS scrive a Palazzo Civico
Nella lettera aperta, il Movimento per il socialismo rivolge pure diverse richieste all'esecutivo luganese

LUGANO - «Più trasparenza e informazione sul PSE. È ora di cambiare rotta!» Si intitola così la lettera aperta, inviata all'attenzione del Municipio di Lugano, con cui il Movimento per il socialismo (MPS) esprime nuove critiche verso la realizzazione del Polo sportivo luganese.

«La gestione totalmente privata e opaca degli appalti non lascia affatto tranquilli. Il rischio è che la speculazione sugli appalti possa diventare sempre più il sistema per contenere i costi, con tutte le possibili derive del caso, come il dumping», si legge nella missiva, in cui vengono formulate diverse richieste all'attenzione di Palazzo Civico.

Riportiamo di seguito la lettera integralmente.

Più trasparenza e informazione sul PSE. È ora di cambiare rotta!
Gli ultimi avvenimenti denunciati dal nostro movimento hanno fatto emergere importanti problematiche legate alla progettazione e alla realizzazione del Polo Sportivo e degli Eventi (PSE), già sollevate ed evidenti al momento del lancio del referendum e della pubblica discussione che ne è seguita. Vale la pena ripercorrere quanto avvenuto in questi ultimi mesi.
In primo luogo, il sorpasso dei costi di 15 milioni dell’Arena Sportiva (AS) ha avuto come conseguenza lo stravolgimento del progetto del Palazzetto dello Sport (PS), a causa del meccanismo di equilibrio dei costi, fissato nel discutibile accordo di Partenariato Pubblico Privato (PPP). Per compensare le maggiori spese dell’AS, si è deciso di tagliare il progetto del PS, con conseguenze pesanti in termini architettonico-urbanistici e a livello della qualità materiale di questa infrastruttura. È così che il PS, da costruzione trasparente, con tre facciate in vetro, a beneficio di un importante apporto di luce naturale, è stato trasformato in una sorta di sarcofago, una struttura senza finestre, dominata dall’illuminazione artificiale.
Un cambiamento profondo che ha portato ad allestire un progetto finale che nulla ha a che vedere con le bellissime e luminose immagini presentate alla cittadinanza luganese durante la campagna referendaria. Possiamo affermare che tale atteggiamento è poco rispettoso della volontà popolare. In realtà, una volta incassato il voto sul referendum, l’esecutivo cittadino ha ritenuto di poter agire come meglio credeva, modificando in modo importante i progetti approvati sia dal punto di vista quantitativo (ad esempio diminuendo del 20% i posti per gli spettatori nell’Arena sportiva), sia dal punto di vista qualitativo (Palazzetto dello Sport). Tutto questo è avvenuto senza una trasparente e compiuta informazione; quando c’è stata (come nel caso dell’Arena Sportiva) essa è avvenuta dopo che le decisioni erano già state prese, senza coinvolgere né i cittadini e le cittadine, né i loro “rappresentanti”.
In questo senso merita particolare attenzione, la questione degli appalti che conferma due fatti decisivi e ormai conclamati. Il Municipio di Lugano ha perso il controllo sull’evoluzione del progetto perché ha deciso di delegare il controllo totale dello stesso e della sua realizzazione al gruppo HRS. L’esecutivo si limita ad assecondare tutte le direttive di questo gruppo privato, il quale può decidere su ogni aspetto: appalti, controllo qualità, rispetto delle leggi e dei regolamenti, ecc. Questo anche grazie al fatto che i progettisti locali sono stati estromessi, progettisti che avrebbero dovuto esercitare la funzione di controllo del progetto originario, sia in termini di qualità che di estetica.
Il gruppo HRS ha potuto sottrarsi alla Legge sulle commesse pubbliche (LCPubb), rendendo totalmente ermetica la politica degli appalti e dei subappalti, nascondendo i prezzi con i quali sono deliberati i lavori. Il dogma del Municipio ai tempi della campagna referendaria secondo il quale il cantiere sarebbe stato al “100% di ticinesità” è stato così sconfessato: ben tre imprese provenienti da fuori cantone sono presenti sul cantiere del PSE. L’imbarazzo del Municipio davanti a queste rivelazioni dimostra come lo stesso non abbia la più pallida idea di quanto stia avvenendo sul cantiere, avendo data carta bianca al potente gruppo privato HRS.
Un’opacità che è anche la risultante della scelta assurda insita nell’accordo di Partenariato Pubblico Privato (PPP). Questo strumento, di fatto una soluzione fatta su misura per favorire gli interessi privati, è di una complessità notevole, dove permangono notevoli zone d’ombra.
Ad esempio, vi sono ben 9 elementi contrattuali contenuti nell’Allegato 1 che non sono mai stati resi pubblici e, molto probabilmente, non sono neppure stati forniti ai membri del Consiglio comunale quando questo è stato chiamato a votare sull’accordo di PPP. Si tratta di documenti verosimilmente assai importanti, come per esempio le Condizioni del concorso per investitori (Fase 2) e l’offerta completa e definitiva con i 9 elementi contrattuali. A oggi il Municipio di Lugano, HRS e il Credit
Suisse (e il suo subentrante UBS) si oppongono alla diffusione pubblica di queste informazioni.
Questi documenti potrebbero chiarire un altro aspetto oggi ancora incomprensibile. L’accordo di PPP prevede un “tetto dei costi”, i famosi 167 milioni per l’AS e il PS. Qualsiasi costo supplementare – che provenga dal committente (la città) o che sia dovuto a un aumento dei prezzi – deve venire compensato con delle ottimizzazioni, ossia delle rinunce di parti del progetto e/o dei peggioramenti qualitativi dello stesso progetto, sia in termini architettonici che materiali. È quanto appena successo: lo sforamento di 15-16 milioni è stato compensato peggiorando profondamente il progetto del PS. Ciò significa che la popolazione luganese rischierà di avere un PSE che rispetta, forse, i costi di partenza ma completamente modificato e di una qualità di molto inferiore rispetto al progetto originario. Saranno poi da valutare le conseguenze materiali in futuro (costi di gestione) di tale meccanismo.
La gestione totalmente privata e opaca degli appalti non lascia affatto tranquilli. Il rischio è che la speculazione sugli appalti possa diventare sempre più il sistema per contenere i costi, con tutte le possibili derive del caso, come il dumping. Nel caso della posa del ferro abbiamo segnalato la possibilità che tale subappalto sia stato deliberato sottocosto, quindi che ci possa essere un caso di dumping. Nessuna possibilità di verificare questa situazione, HRS non fornisce nessuna informazione, trincerandosi dietro il fatto che si tratta di un appalto/subappalto privato e non sottoposto alla LCPubb.
Ovviamente questo giochetto di compensazioni (ottimizzazioni) ha dei limiti oggettivi. Per questo ci chiediamo cosa succederà se nonostante quanto intrapreso i costi dovessero continuare a lievitare e non potessero più essere limitati al “tetto dei costi”, per esempio nella parte finale della realizzazione del progetto? Andranno a carico della Città, con il Municipio che dovrà chiedere un credito supplementare e/o aumentare il moltiplicatore d’imposta comunale? Nessuno può dirlo oggi perché questi aspetti sono secretati, inaccessibili, celati alla popolazione.

La mancanza di trasparenza è misurabile anche a livello dell’informazione trasferita alle cittadine e ai cittadini di Lugano. Affinché il Municipio rendesse pubblico lo sforamento dei costi e il conseguente stravolgimento del PS è stato necessario che l’MPS organizzasse la sua conferenza stampa. Per evitare di doversi giustificare a posteriori e per dare una parvenza d’informazione, l’esecutivo ha organizzato in fretta e furia un incontro con la stampa il giorno prima della nostra conferenza. Un tentativo maldestro di correre ai ripari, di nascondere la totale mancanza d’informazione che attornia la realizzazione del PSE. ”Problemi di comunicazione” evidenti, che persino i rappresentanti di vari partiti, pertanto fedeli al Municipio e al progetto PSE, non hanno potuto fare a meno di sottolineare pubblicamente.

Dalle considerazioni fin qui avanzate, appare evidente il Municipio di Lugano “faccia fatica” a informare regolarmente e in modo trasparente la popolazione su tutti gli aspetti che caratterizzano la realizzazione del PSE1. E non bisogna dimenticare che questa è la prima tappa, alla quale seguirà il PSE2, con ulteriori contenuti pubblici (con la città nelle vesti di importante inquilino) e il PSE3.
In questo contesto appare il ruolo del tutto subalterno del Consiglio comunale della città che assiste a tutto quanto abbiamo ricordato e denunciato in silenzio quasi totale.
Riteniamo che sia necessario un cambiamento di rotta in materia di informazione e comunicazione da parte del Municipio su un progetto che, lo ricordiamo, non aveva per nulla fatto l’unanimità della popolazione come attestato dal voto sul referendum. Questo malgrado il sostegno quasi unanime ricevuto all’epoca in Consiglio Comunale.

Con questa “lettera aperta” formuliamo all’indirizzo del Municipio di Lugano le seguenti richieste:

a) La pubblicazione integrale dei 9 elementi contrattuali contenuti nell’Allegato 1 finora secretati, ai quali non ha nemmeno potuto avere accesso il Consiglio comunale;

b) La pubblicazione trimestrale sul sito della città di Lugano dei dati relativi all’avanzamento dei lavori, in particolare per quanto riguarda l’evoluzione dei costi;

c) La pubblicazione di qualsiasi modifica sostanziale del progetto di massima del PSE, con le spiegazioni di queste scelte e le misure alternative previste;

d) La pubblicazione dettagliata delle gare di appalto secondo i principi della LCPubb;

e) La pubblicazione integrale di tutte le offerte giunte al gruppo HRS sulla base della LCPubb;

f) La pubblicazione integrale della delibera d’appalto, con tutti i prezzi relativi per ogni posta;


Al Consiglio comunale di Lugano, che finora ha svolto sostanzialmente il ruolo di spettatore, chiediamo di attivarsi, in particolare dedicando al PSE una seduta straordinaria. Sarebbe l’occasione per una discussione pubblica di bilancio sui problemi che stanno accompagnando la progettazione e la realizzazione del PSE1 e sullo strumento del PPP che sembra destinato ad accompagnare altri progetti futuri della città.

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