La gestione di questa fase della pandemia potrebbe avere delle conseguenze sul prestigio personale del leader cinese
PECHINO - Il presidente cinese Xi Jinping «non è disposto a prendere un vaccino migliore dall'Occidente, e si affida invece a un preparato cinese che non è proprio altrettanto efficace contro Omicron». Lo ha dichiarato Avril Haines, direttore della National Intelligence statunitense.
La Cina sta vivendo i giorni più difficili dallo scoppio della pandemia di coronavirus dall'inizio del 2020. Il boom dei contagi e l'insofferenza per le dure misure di contenimento della pandemia - sempre nell'ottica della politica "zero-Covid" - hanno portato a insolite proteste di piazza. Una crisi che sembra essere rientrata, ma che potrebbe lasciare degli strascichi sul consenso personale del leader cinese, ha dichiarato Haines nel corso di un intervento al Reagan National Defense Forum in California.
Le manifestazioni (e la dura risposta delle autorità) «contrastano con la narrazione che gli piace proporre, ovvero che il modo di governare della Cina è molto più efficace» ha aggiunto. Nulla di quello che è accaduto nelle scorse settimane è in grado di compromettere la stabilità del Partito Comunista, sottolinea Haines, ma si tratta di qualcosa da non prendere alla leggera: «Il modo in cui si svilupperà sarà importante per la posizione di Xi».
Pechino continuerà a combattere le sottovarianti del Sars-CoV-2 con i ritrovati prodotti in patria. «Sembra abbastanza inverosimile che la Cina dia il via libera ai vaccini occidentali a questo punto. È una questione di orgoglio nazionale» ha dichiarato negli scorsi giorni un funzionario della Casa Bianca.