Il presidente russo Vladimir Putin ha parlato per la prima volta alla nazione dopo l'ammutinamento dei miliziani della Wagner.
A loro il presidente dà tre alternative: «Possono arruolarsi nelle forze regolari, tornare dalle loro famiglie o riparare in Bielorussia».
MOSCA - «Tutti i tentativi di creare disordine interno falliranno». Così ha esordito il presidente russo Vladimir Putin nel preannunciato discorso alla Tv di Stato Zvezda. Nel suo duro intervento a proposito della ribellione dei mercenari del gruppo Wagner, Putin ha condannato quelle che ha definito «azioni criminali» di chi ha messo in piedi un «ammutinamento armato», riferendosi (ma senza citarlo direttamente) al suo ex braccio destro Yevgeny Prigozhin. «La rivolta sarebbe stata soffocata comunque – ha continuato il presidente russo – ma ho dato ordine di evitare spargimenti di sangue».
Il messaggio a Kiev - Putin si è poi rivolto a Kiev e a chi sperava che la rivolta delle truppe Wagner potesse mettere in difficoltà il Cremlino: «I neonazisti ucraini volevano proprio questo, che soldati russi uccidessero altri russi, che la nostra società si spaccasse, soffocasse nel sangue. Invece tutti i nostri militari, i nostri servizi speciali, sono riusciti a conservare la loro fedeltà al loro Paese, hanno salvato la Russia dalla distruzione».
La scappatoia per i miliziani - AI miliziani della Wagner il presidente fornisce ora tre scelte: arruolarsi nelle forze regolari dell'esercito mettendosi a disposizione del ministero della Difesa, tornare dalle loro famiglie o riparare in Bielorussia. «Sappiamo e sapevamo che la maggior parte dei combattenti e dei comandanti della Wagner sono patrioti e fedeli alla Madre Patria, lo hanno dimostrato sul campo di battaglia, liberando diversi territori».
La riconoscenza verso Lukashenko - Putin ha poi ringraziato il presidente bielorusso Alexander Lukashenko che contrariamente a quanto anticipato dai media di Minsk parlerà solo domani. «Gli sono riconoscente per il suo grande contributo alla soluzione alla crisi con modi pacifici». Lukashenko, ricordiamo, aveva negoziato la ritirata della Wagner quando i miliziani si trovavano a circa 200 chilometri da Mosca.
Riunione con Sicurezza e Difesa - Dopo aver parlato alla nazione, Vladimir Putin si è incontrato con i capi delle agenzie di sicurezza e il ministro della Difesa Sergei Shoigu. «Il presidente - ha precisato a Ria Novosti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov - sta attualmente tenendo una riunione con il procuratore generale Igor Krasnov, il capo di Stato Maggiore del Cremlino Anton Vaino, il ministro dell'Interno Vladimir Kolokoltsev, il ministro della Difesa Sergei Shoigu, il direttore dell'Fsb Alexander Bortnikov, il capo della Guardia nazionale Viktor Zolotov, il del Fso Dmitry Kochnev e il capo del comitato investigativo Alexander Bastrykin».
USA non preoccupati - Dal canto loro, gli Usa hanno avuto comunicazioni «buone e dirette» con Mosca durante la tentata rivolta della Wagner nel weekend: ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, auspicando che questi canali proseguano. Kirby ha aggiunto di non aver visto nessun segnale dell'intenzione di Vladimir Putin di usare l'arma nucleare in Ucraina, ribadendo che gli Usa non hanno cambiato la loro postura nucleare.