Secondo un sondaggio, nel Regno Unito, nell'Unione Europea e in Corea del Sud prevarrebbe lo scetticismo.
LONDRA - Un sondaggio globale, "Alone in a Trumpian world: The EU and global public opinion after the US elections", pubblicato dall'European Council on Foreign Relations (ECFR), dipinge un quadro complesso delle aspettative internazionali sul ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Mentre in gran parte del mondo emergono opinioni ottimistiche, l'Europa e alcuni alleati chiave restano profondamente preoccupati.
Lo studio è stato svolto in collaborazione con il progetto Europe in a Changing World dell'Università di Oxford. Secondo i dati raccolti in 24 Paesi, i cittadini di Paesi come India, Cina e Arabia Saudita vedono Trump come un potenziale pacificatore, capace di allentare tensioni in Ucraina e Medio Oriente. In India, addirittura l'84% degli intervistati ritiene che la sua presidenza possa essere positiva per il proprio Paese.
Al contrario, nel Regno Unito, nell'Unione Europea e in Corea del Sud prevale lo scetticismo, con solo il 22% degli europei convinto che Trump possa rappresentare un beneficio per la loro nazione.
In Ucraina, la questione si fa più complessa: sebbene il 39% creda che Trump possa favorire la pace con la Russia, altrettanti temono che ciò possa comportare compromessi poco accettabili.
Il sondaggio evidenzia anche un'importante evoluzione nella percezione geopolitica globale. Nonostante il motto trumpiano "Rendere di Nuovo Grande l'America" (MAGA), molti cittadini del mondo vedono gli Stati Uniti perdere terreno come superpotenza dominante a favore della Cina, considerata la prossima leader globale da maggioranze degli interpellati in Russia, Arabia Saudita e persino nell'UE.
Secondo il sondaggio, l'Unione Europea, pur percepita da alcuni come incerta nella gestione della propria influenza, potrebbe emergere come un attore strategico di crescente rilevanza. Molti intervistati in Paesi come India e Sudafrica prevedono infatti un incremento del peso globale dell'Ue nei prossimi dieci anni, un'opportunità che secondo gli esperti europei andrebbe sfruttata per costruire nuove alleanze e rafforzare il blocco.
Gli autori del rapporto sottolineano la necessità per l'Europa di abbandonare il ruolo di «arbitro morale» per assumere una posizione più pragmatica. In un mondo sempre più multipolare e transnazionale, l'UE potrebbe ritagliarsi un ruolo da protagonista, stringendo partnership con Paesi emergenti e promuovendo una visione di stabilità.