Il capo della Protezione civile ha avuto incarico di fare la prima conta dei danni dal premier Draghi
ORISTANO - L'auto bruciata tra Santu Lussurgiu e Bonarcado, che potrebbe aver dato via al gigantesco rogo che per giorni ha devastato un'ampia fetta della Sardegna occidentale, è solamente il «peccato originale» di una vicenda più complessa. Lo ha affermato il procuratore di Oristano Ezio Domenico Bosso, dopo l'apertura di un'inchiesta per incendio boschivo colposo aggravato, al momento contro ignoti.
Il sospetto degli inquirenti, si legge su L'Unione Sarda, è che oltre alle fiamme scaturite dall'auto ci siano stati altri inneschi. Poi il vento e le alte temperature hanno avuto la loro parte nel creare questa emergenza. Gli accertamenti di Polizia e Carabinieri e del Corpo forestale sono ancora in corso, mentre i Vigili del Fuoco stanno provvedendo a spegnere gli ultimi focolai.
Le autorità locali sono impegnate ora nella conta dei danni. Il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio è stato incaricato dal presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi di fare una prima stima, così da poter avviare e agevolare l'iter di aiuti e ristorni. Unica nota positiva della vicenda: che «nessuno si sia fatto male», come dichiarato dallo stesso Curcio.