Il ministero della Difesa russo afferma di avere le prove della loro esistenza. Ma è una questione già smentita anni fa
KIEV - Salvare l'intera umanità. Sarebbe questo il fine ultimo dell'invasione della Federazione russa. Il ministero della Difesa russo ha affermato oggi di essere in possesso di prove dimostranti il coinvolgimento del Pentagono in esperimenti con agenti patogeni potenzialmente pericolosi su pazienti psichiatrici in Ucraina.
Il 7 marzo scorso l'agenzia di stampa russa Tass pubblicava un articolo secondo cui la Russia avesse attaccato l'Ucraina con lo scopo di preservare la vita dell'intera umanità, in quanto era stata riscontrata la presenza da parte di agenti russi di 30 biolaboratori in cui, presumibilmente, era in corso lo sviluppo di un nuovo letale virus. Uno di questi si troverebbe sotto l'acciaieria Azovstal.
«Attività biologiche degli Stati Uniti»
Tre giorni dopo, con la notizia passata in sordina, Mosca tornava alla carica, dichiarando che nel progetto era coinvolto pure il Pentagono, che avrebbe investito 200 milioni di dollari nei test. La Russia aveva quindi chiesto per il venerdì successivo una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu al fine di «discutere le attività biologiche militari degli Stati Uniti in Ucraina». Sempre in data 10 marzo, il presidente Zelensky aveva risposto alle accuse tramite il suo canale Telegram negando che armi chimiche o di distruzione di massa venissero sviluppate in laboratori ubicati sul territorio.
Al Consiglio di sicurezza l'ambasciatore russo all'Onu Vassily Nebenzia aveva riferito che erano emersi «nuovi dettagli probanti lo sviluppo di armi biologiche su suolo ucraino». In particolare affermava che le autorità di Kiev avessero dato carta bianca al Pentagono perché svolgesse «pericolosi» esperimenti biologici.
«Abbiamo le prove»
Oggi il ministero della Difesa russo ha affermato di avere le prove necessarie per inchiodare il Pentagono. Lo riferisce sempre la Tass. A spiegare quanto appreso da Mosca è il generale russo Igor Kirillov. «Abbiamo in mano i dettagli degli esperimenti disumani che il Pentagono ha condotto su cittadini ucraini presso l'ospedale psichiatrico N. 1 (nel villaggio di Strelechye, nella regione di Kharkov)». Il gruppo principale coinvolto negli esperimenti sarebbe costituito da pazienti di sesso maschile tra i 40 e i 60 anni.
Durante la conferenza stampa indetta per spiegare quanto appreso, Kirillov ha anche mostrato la foto di una donna, che a detta sua si chiamerebbe Linda Oporto, nata in Florida, e che avrebbe partecipato attivamente alla sperimentazione nei presunti biolaboratori. Infine il generale ha aggiunto che «nel gennaio 2022 i cittadini stranieri che stavano effettuando gli esperimenti sono stati evacuati d'urgenza e le attrezzature e i farmaci che stavano usando sono stati portati nelle regioni occidentali dell'Ucraina».
«Questione smentita già nel 2018»
Ria Novosti scrive che l'attività è stata svolta sin dal 2014 e che i patogeni utilizzati in laboratorio fossero quelli del colera, della tularemia e dell'antrace. Grazie a questi esperimenti, il Pentagono sarebbe riuscito a «ottenere informazioni sulla resistenza agli antibiotici e sulla presenza di anticorpi contro alcune malattie nella popolazione di regioni specifiche».
Ora, l'8 maggio del 2020 sul Kyiv Post veniva pubblicato un articolo in cui i Servizi di sicurezza dell'ucraina smentivano ufficialmente la presenza di laboratori biomilitari gestiti dagli Stati Uniti su suolo nazionale. Stando al progetto di fact-cheking Facta.News, inoltre, già nel 2018 la questione dei biolaboratori era stata bollata come arma di disinformazione della propaganda russa.