I vecchi velivoli in dotazione all'Aeronautica sono sprovvisti di paracadute. Oggi l'autopsia sui corpi dei due militari deceduti.
ROMA - Si indaga sulle cause del tragico scontro tra i due ultraleggeri dell'Aeronutica militare italiana, avvenuto ieri nei cieli sopra Guidonia, nei pressi di Roma. Nel successivo schianto al suolo, sono morti i due piloti istruttori: il tenente colonnello Giuseppe Cipriano (48 anni), e il maggiore Marco Meneghello (46), che ha effettuato una manovra disperata per non colpire le abitazioni, riuscendo a finire su una strada e colpendo un'auto in sosta.
La dinamica - Quanto alla dinamica - ricostruita dal Messaggero - si è appreso che al termine dell'addestramento, dopo che i quattro velivoli avevano volato a soli tre metri di distanza l'uno dagli altri, gli ultraleggeri avevano cominciato l'avvicinamento all'aeroporto di Guidonia ed è proprio a questo punto della manovra, a circa 500metri di altezza, che sarebbe avvenuta la collisione, con uno dei due apparecchi - quello del tenente colonnello Cipriano -, che avrebbe perso un'ala, per poi schiantarsi su un campo.
Ma se non ci sono dubbi sulla dinamica - anche grazie al contributo dei due piloti che invece sono rientrati alla base - si cerca di capire le cause.
Le indagini - Al momento non si esclude che a causare la tragedia sia stato un errore umano, conseguente a un malore di uno dei due militari. Se questa ipotesi potrà essere confermata lo stabilirà l'autopsia, che sarà effettuata oggi sui corpi dei due piloti. A questo proposito, Polizia scientifica e Aeronautica stanno refertando tutto ciò che potrà essere di aiuto.
Non si esclude però il guasto tecnico ma non sarà facile da determinare a causa della mancanza della scatola nera sui entrambi gli U-208A del 60° stormo - prodotti in serie dal 1968 -, che non avevano in dotazione neanche i paracadute.
Ipotesi di reato - Al momento il fascicolo aperto dalla procura di Tivoli ipotizza il reato di disastro aereo colposo e dovrà, tra le altre cose, accertare l'ipotesi di guasto meccanico. In parallelo procede sia l’inchiesta della procura militare - senza ipotesi di reato - sia l'Aeronautica con un'indagine interna.
Le testimonianze - «Ho visto l’aereo cadere, passando tra le palazzine - ha raccontato un testimone a Repubblica - Si è schiantato su una macchina ed è scoppiato. Il pilota ci ha graziati: è sceso in obliquo sulla strada, evitando le case». Il proprietario dell'auto colpita è vivo per miracolo: «Stavo a dieci metri, ho visto un'ombra, ho guardato in alto e sono scappato».