L'Ucraina è passata al contrattacco anche sul disastro della diga di Kakhova.
KIEV - A piccoli, faticosi passi, l'Ucraina avanza militarmente nel Donbass e ora anche sul fronte di Zaporizhzhia. E passa al contrattacco anche sul disastro della diga di Kakhovka, la cui distruzione viene attribuita ai russi, determinata a incriminare Mosca per crimini di guerra.
È stato lo stesso Volodymyr Zelensky ad annunciare che gli ispettori della Corte penale internazionale hanno visitato le zone alluvionate: «Proprio il giorno dopo il disastro - ha detto in un discorso il presidente ucraino -, il procuratore generale ucraino ha inviato una richiesta di indagine all'ufficio del procuratore della Corte dell'Aja, e il lavoro è cominciato. È molto importante che i rappresentanti del Tribunale internazionale abbiano visto le conseguenze dell'atto terroristico russo con i loro occhi», ha detto Zelensky poco prima che le acque in calo restituissero altri cadaveri, portando il bilancio ufficiale dei morti accertati dell'alluvione a 10, con 42 dispersi.
Zelensky nelle prossime ore incontrerà a Kiev il direttore generale dell'Aiea, Rafael Grossi, che offrirà all'Ucraina un programma di assistenza per il bacino di Nova Kakhovka, che fornisce anche acqua per il raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia e che si sta svuotando dopo la distruzione della diga. «Valuterò la situazione alla centrale nucleare», ha fatto sapere il capo dell'agenzia dell'Onu per l'energia atomica, la quale ha chiesto un accesso più ampio all'impianto nucleare per verificare una «discrepanza significativa» nei dati sul livello dell'acqua presso la diga di Kakhovka utilizzata per raffreddare i reattori dell'impianto.
E ora i servizi segreti ucraini evocano un nuovo potenziale disastro nella Crimea occupata e annessa da Mosca, dove un impianto chimico per la produzione di biossido di titanio, il Crimean Titan di Armiansk, avrebbe virtualmente smesso di funzionare per il mancato afflusso di acqua dal bacino di Kakhovka. I russi, secondo Kiev, avrebbero minato la fabbrica, pronti a farla saltare, e preparerebbero lo sgombero della zona.
Intanto, l'esercito ucraino intanto avanza ancora sul fronte del Donetsk, dove rivendica la riconquista di un quarto insediamento, quello di Storozhevoe, e avanza anche sul fronte sud, nella regione di Zaporizhzhia, da cui finora non provenivano notizie di progressi significativi, ma dove nelle ultime ore i russi, scrivono i media ucraini, hanno abbandonato il villaggio di Novodarivka. Successi limitati che però l'Ucraina, che pur tiene ben coperte le proprie carte, coglie e rilancia subito. Si apprende così che Novodarivka è stata in realtà liberata il 4 giugno «dalle azioni congiunte dell'unità meccanizzata e dell'unità combinata della Brigata di difesa territoriale separata Zaporizhzhia», come fanno sapere queste ultime citate dall'Ukrainska Pravda. E che «numerosi tentativi del nemico di riprendere l'insediamento, durati diversi giorni, non hanno avuto successo»: indice che in realtà l'attesa controffensiva ucraina è in corso da molti giorni, con intensità differenti, sottotraccia.
Quanto al fronte del Donbass, oltre alla lenta manovra a tenaglia su Bakhmut, che incontra una feroce resistenza, con un'avanzata massima di 700 metri, i successi sono tutti lungo una direttrice, da nord verso sud, in direzione di Mariupol: «L'esercito ucraino sta avanzando da Velika Novosilka, nella regione di Donetsk, lungo entrambe le sponde del fiume Mokri Yala e gli eventi più importanti avranno luogo nelle vicinanze del villaggio di Staromlynivka nel prossimo futuro, perché il nemico ha concentrato lì le sue forze», scrive Oleksandr Kovalenko, esperto politico-militare. I quattro villaggi riconquistati si trovano allineati lungo l'asse orografico del fiume Mokri Yala, che in realtà è un torrente, dove ieri i russi sono stati accusati di aver fatto saltare una seconda diga - forse una chiusa -, nella speranza, pare frustrata, di frenare l'avanzata delle truppe ucraine.
La massima forza d'urto della controffensiva ucraina pare comunque ancora di là da venire, e per il momento Kiev ha «urgentemente bisogno di molti più carri armati occidentali, veicoli da combattimento di fanteria e altri veicoli corazzati», ha dichiarato il viceministro degli Esteri, Andriy Melnyk, riferendosi soprattutto ai Leopard 2 tedeschi, ognuno dei quali, ha detto «vale letteralmente il suo peso in oro per l'offensiva decisiva». Un'unità militare ucraina ha invece ammesso per la prima volta all'Afp di aver perso in un attacco di droni russi nella regione di Zaporizhzhia ben 9 preziosi carri d'appoggio americani Bradley, tre dei quali però sono riparabili.
Intanto 250 aerei e quasi 10mila soldati da 25 Paesi hanno avviato l'esercitazione "Air Defender 2023", la più grande di sempre della Nato, iniziata nei cieli tedeschi ed europei sotto la guida tedesca. Andrà avanti fino al 25 giugno e prevede anche la protezione della Germania da un attacco da est. Il messaggio alla Russia, che oggi ha celebrato la sua festa nazionale, non potrebbe essere più esplicito.