Da quando sono cominciati i lavori di riversamento delle acque, numerose società e persone hanno ricevuto telefonate di "protesta"
TOKYO - Un fiume di chiamate contro il riversamento delle acque reflue di Fukushima in mare. Numerose persone e società hanno ricevuto negli scorsi giorni in Giappone delle telefonate in cui il loro interlocutore protestava apertamente contro l'operazione che ha preso il via giovedì nell'ex centrale nucleare. Le chiamate, che Tokyo ha definito «preoccupanti», sembrerebbero tutte arrivare - dato il prefisso - dalla Cina.
A essere stati presi maggiormente di mira, si apprende dal ministero degli Affari esteri giapponese, sono state scuole, società e cliniche. E, sottolinea anche l'ambasciata a Pechino, «persone che non sono in nessun modo collegate» allo svuotamento dell'acqua di raffreddamento.
Le autorità, che hanno descritto il fenomeno come «estremamente deplorevole e preoccupante», hanno quindi invitato la popolazione «ad agire in modo calmo» e a «denunciare» le telefonate - che stanno diventando anche un trend sui social media cinesi, dove collezionano già migliaia di visualizzazioni e like.
Delle raccomandazioni sono state emesse anche per i giapponesi che vivono oggi in Cina, a sottolineare un possibile peggioramento della situazione: «Non parlare giapponese» e «se dovete recarvi in ambasciata, prestate molta attenzione ai dintorni».
Da parte sua, Pechino - che è stata invitata a verificare quanto sta accadendo - non ha ancora diramato alcuna dichiarazione in merito alla questione. Tokyo esorta quindi «fortemente il governo cinese ad adottare misure adeguate, come invitare i suoi cittadini ad agire con calma, e ad adottare tutte le misure possibili per garantire la sicurezza dei giapponesi residenti in Cina e delle nostre missioni diplomatiche. Per evitare che la situazione non si incrini ulteriormente, invitiamo il governo cinese a diffondere informazioni accurate» sul riversamento delle acque reflue. Proprio oggi il viceministro degli Esteri nipponico Masataka Okano ha convocato l'ambasciatore a Pechino Wu Janghao per discutere delle chiamate.
Cominciate giovedì, le operazioni di svuotamento dureranno decenni. A oggi, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica - che monitora costantemente la situazione - non ha rilevato nessun dato preoccupante.