Epicentro nel Pavese; in corso l'uccisione di migliaia di maiali a causa del virus che è letale per gli animali ma che non colpisce l'uomo.
PAVIA - Almeno otto i focolai, migliaia i maiali abbattuti. Nel Pavese continua l'emergenza per il virus della peste suina africana*, iniziata già da due settimane, quando fu colpita la prima azienda agricola. La malattia fu invece individuata su una carcassa di cinghiale, tra i principali vettori dei contagi, già all'inizio 2022.
Regione Lombardia, in stretta collaborazione con i Carabinieri Forestali e le autorità sanitarie, ha da tempo lanciato l'allarme e posto in essere tutti i provvedimenti possibili per arginare i contagi. Ma non è facile perché la malattia è facilmente trasmissibile, oltre che altamente letale per i suini. Non c'è pericolo per l'uomo.
Il presidente della Regione ha più volte confermato «la massima attenzione, a tutti i livelli, per contenere la diffusione della malattia. Che, tuttavia, non è pericolosa per l’uomo ma che, se fuori controllo, avrebbe effetti devastanti per il comparto suinicolo lombardo», si legge sul sito istituzionale.
Un danno grave per il comparto della suinicoltura lombarda che «conta, infatti, la metà dei maiali allevati in Italia ed è il principale fornitore per le filiere dei salumi più apprezzati al mondo». Tra le misure annunciate dal Pirellone, anche quelle relative a una campagna nazionale di abbattimento dei cinghiali, in collaborazione con il ministero della Difesa, dunque con l'esercito.
Come detto, al momento i focolai restano circoscritti al Pavese ma l'allarme sale nelle province vicine. Tanto che da Coldiretti Brescia si parla di eventuale «disastro» qualora fossero raggiunti dal virus anche la gli allevamenti locali, mentre si intensificano le contromisure volte al contenimento.
E a montare sono anche le proteste animaliste, tra queste Essere Animali che giorni fa ha denunciato, in un video girato con un drone, le modalità di abbattimento degli animali, richiamando l'attenzione su presunti problemi di biosicurezza e «crudeltà» nelle operazioni di abbattimento.
*La peste suina africana è una malattia che colpisce i suini domestici e i cinghiali e che non costituisce un pericolo per l’essere umano. Rientra tra le malattie emorragiche, tra cui ritroviamo anche la Peste Suina Classica, conosciuta dai Ticinesi perché ha colpito i nostri cinghiali negli anni 1998-1999 i cui sintomi e lesioni sono pressoché indistinguibili.
Sia nei maiali sia nei cinghiali il decorso è normalmente breve e mortale. Generalmente passano meno di 10 giorni tra l’infezione e il decesso dell’animale. Un decorso veloce della malattia e una mortalità molto alta si osservano soprattutto nelle fasi iniziali dell’epidemia nei territori dove la PSA arriva per la prima volta. Con il tempo insorgono forme della malattia con decorso più lento e non mortali. (Fonte: DSS - Dipartimento della sanità e della socialità - Divisione della salute pubblica)
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