Richiamato il dispositivo di posti di blocco che ha mandato in tilt il traffico di Barcellona, il leader indipendentista resta ricercato
BARCELLONA - Il sindacato di polizia Jupol ha definito «uno scandalo e una vergogna» l'aiuto fornito a Carles Puigdemont da un membro dei Mossos d'Esquadra, la polizia regionale catalana. L'agente è stato arrestato con l'accusa di aver fornito la vettura che è servita al leader indipendentista per uscire da Barcellona, eludendo la gigantesca caccia all'uomo nei suoi confronti.
Jupol, in un comunicato, ricorda come il mandato d'arresto nei confronti di Puigdemont sia ancora in vigore. La fuga è «un inammissibile abbandono delle funzioni» da parte della polizia regionale. Il sindacato insinua addirittura che il leader indipendentista sia stato «scortato» dai Mossos, più o meno come accadde in occasione del referendum separatista dell'ottobre 2017. «È inaccettabile che la Policia Nacional e la Guardia Civil siano state messe da parte nel processo di localizzazione e detenzione del fuggitivo Puigdemont», ha deplorato il portavoce Ibón Domínguez.
Tolti i posti di blocco - I Mossos d'Esquadra non hanno rilasciato commenti in merito all'arresto del loro uomo e hanno invece cancellato il sistema di posti di blocco lungo tutte le arterie in entrata e uscita da Barcellona, che ha mandato in tilt la viabilità dell'intera Catalogna. La ricerca di Puigdemont prosegue con mezzi terrestri che tramite imbarcazioni ed elicotteri. Non si esclude che nelle prossime ore possano scattare ulteriori arresti di persone con un ruolo nella fuga del politico catalano.
«Missione in buona parte compiuta» - Una «buona parte» della «missione» che avevano preparato per oggi il leader secessionista catalano Carles Puigdemont e i suoi collaboratori «è stata compiuta»: lo ha detto Jordi Cabré, un membro del team giuridico dell'ex governatore della Catalogna, in dichiarazioni alla testata digitale "El Nacional", riprese dall'agenzia Europa Press.
«Evidentemente, non è una missione circoscrivibile a stamattina, né a poche ore, anche perché può avere molte conseguenze giuridiche e politiche», ha sostenuto, «ma finora tutto è riuscito in modo perfetto».
Cabré, che ha aggiunto di non sapere dove si trovi Puigdemont, ha anche sottolineato che la sua intenzione non era né «di farsi arrestare», né «di interferire nella seduta d'investitura» del nuovo governatore, in corso proprio in queste ore. «La sua missione era quella di poter esercitare i propri diritti come cittadino e come deputato eletto al massimo possibile», ha sostenuto, ricordando che «il diritto di votare in questa seduta di investitura ce l'ha ancora».
Il legale ha anche consigliato di «non allontanare lo sguardo dalla Catalogna» per quanto riguarda gli sviluppi «dal punto di vista informativo» degli eventi legati alla politica catalana delle ultime ore.