Kim Jong Un rincara la dose sulla Corea del Sud, definendolo apertamente «un Paese ostile».
PYONGYANG - Il leader nordcoreano Kim Jong Un ha definito la Corea del Sud «un Paese straniero e apparentemente ostile», avvertendo che sarà usata la forza qualora la sovranità del Nord fosse violata.
Durante l'ispezione di giovedì al quartier generale del Secondo Corpo dell'Esercito popolare coreano, appena due giorni dopo che Pyongyang aveva fatto saltare in aria strade e ferrovie collegate al Sud, il leader supremo «ha sottolineato che il nostro esercito dovrebbe tenere a mente ancora una volta il fatto netto che la Repubblica di Corea è un Paese straniero e un Paese apparentemente ostile», ha riferito l'agenzia ufficiale Kcna.
La terminologia usata è frutto delle modifiche costituzionali apportate per definire Seul uno stato ostile, in linea con le direttive di Kim per designare formalmente il Sud come nemico, piuttosto che partner per la riconciliazione e la riunificazione. Il leader, secondo la Kcna, ha aggiunto che quando la sovranità del Nord è violata dal Sud, «un Paese ostile, le sue forze fisiche saranno utilizzate senza esitazione, senza più attenersi alle condizioni» valide precedentemente.
Kim ha affermato che bloccare strade e ferrovie non significa solo la chiusura fisica, ma anche la fine del rapporto «malvagio» con Seul e la completa rimozione dell'irragionevole idea di riunificazione. Durante l'ispezione, Kim ha nuovamente citato l'importanza di rafforzare la capacità di combattere la guerra e di difendere la sicurezza del Paese attraverso la permanente e schiacciante prontezza al combattimento, inclusa la deterrenza nucleare. L'impatto della natura modificata della relazione Seul-Washington, con le variegate e molteplici manovre militari, «evidenzia più chiaramente l'importanza di rafforzare il deterrente nucleare».
Le foto pubblicate dalla Kcna hanno mostrato Kim che indica una grande mappa su un tavolo, per lo più sfocata ma che rivela Seul, indicando che il Secondo Corpo dell'Esercito popolare coreano potrebbe aver formulato un piano di attacco mirato alla capitale sudcoreana. Kim è stato accompagnato nella sua ispezione da Pak Jong-chon, vicepresidente della Commissione militare centrale, e da No Kwang-chol, neo ministro della Difesa.