«Israele non avrebbe mai dovuto lasciare andare la Striscia di Gaza. Se i colloqui andassero male per gli iraniani sarebbe un brutto giorno»
WASHINGTON - Non solo dazi. Donald Trump è impegnato anche in intensi colloqui legati alla pace. Oggi alla Casa Bianca ha incontrato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, lasciandosi andare a dichiarazioni forti sulla Striscia di Gaza, e ha annunciato negoziati con l'Iran a partire dal fine settimana.
Ha ribadito, riprendendo alcune dichiarazioni di qualche mese fa, di voler rivendicare il controllo americano su Gaza, trasferendo i residenti in una nazione. Tra le possibili mete c'erano aveva citato Giordania e Egitto, che però hanno entrambe detto no. «Da anni si sente parlare solo di Hamas, omicidi e problemi. Apparteneva a Israele, che non avrebbe mai dovuto lasciarla andare». Il premier israeliano ha definito la sua una «visione coraggiosa», sostenendo che dovrebbero essere i cittadini stessi a scegliere dove spostarsi.
Sul fronte Iran, sabato inizieranno colloqui definiti «di alto livello». Se le trattative fallissero potrebbero esserci conseguenze pesanti: se non si dovesse raggiungere un accordo, ci sarebbe «un giorno molto brutto per l'Iran», ha detto. «Sarà in grande pericolo se i negoziati non dovessero avere successo». Riguardo al programma nucleare iraniano, il presidente degli Stati Uniti ha ribadito che «l'Iran non deve avere armi nucleari, non è affatto complicato». Una posizione analoga era stata recentemente portata avanti anche da Netanyahu.
Trump aveva già minacciato l'Iran in occasione degli attacchi agli Houthi e nei giorni scorsi Teheran ha deciso di lasciare lo Yemen.