A pesare è stata la flessione del settore chimico-farmaceutico
ZURIGO - Le esportazioni svizzere sono risultate in netto calo nel mese di novembre, sulla scia della flessione del comparto chimico-farmaceutico e in particolare delle vendite negli Stati Uniti: l'export si è attestato a 20,9 miliardi di franchi, subendo un crollo del 9,2% rispetto a ottobre e tornando ai livelli di inizio anno. Le importazioni sono per contro salite dell'1,4% a 20,4 miliardi, nuovo record mensile.
L'undicesimo mese dell'anno si chiude così con un'eccedenza di 0,5 miliardi, in forte calo dai 2,9 miliardi di ottobre, emerge dai dati pubblicati oggi dall'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC), cioè l'entità che sino alla fine del 2021 si chiamava Amministrazione federale delle dogane (AFD). Le variazioni indicate sono nominali: in termini reali (vale a dire corrette dell'effetto dei prezzi) si sono attestate rispettivamente a -2,8% (export) e -0,6% (import).
Nel confronto con ottobre i vari settori dell'export hanno mostrato andamenti assai differenti. Quello di gran lunga più importante, la chimica-farmaceutica, segna (a livello nominale) -19,0% (a 9,5 miliardi di franchi); seguono le macchine e l'elettronica (+1,7% a 2,8 miliardi), l'orologeria (+2,2% a 2,2 miliardi), gli strumenti di precisione (-0,2% a 1,5 miliardi) e i metalli (+3,2% a 1,3 miliardi).
A livello geografico, il continente più importante per i prodotti con il marchio della balestra rimane l'Europa (-0,9% a 12,4 miliardi), con un contributo importante fornito da Germania (+6,5% a 3,6 miliardi) e Italia (-15,9% a 2,1 miliardi), che sono il primo e il terzo fra i principali sbocchi dell'export. In forte flessione è il Nordamerica (-36,7% a 3,6 miliardi), con gli Stati Uniti che mostrano una marcata contrazione (-38,7% a 3,2 miliardi) e perdono il primato - raggiunto di recente - di paese più importante per le merci elvetiche: torna a esserlo la Germania. Fa un passo indietro l'Asia (-2,7% a 4,47 miliardi), con l'arretramento della Cina (-4,3% a 1,2 miliardi).
Anche sul fronte delle importazioni il settore più importante rimane quello chimico-farmaceutico (+6,1% a 5,6 miliardi), seguito da macchine ed elettronica (-2,1% a 3,1 miliardi), prodotti energetici (+7,1% a 2,6 miliardi), veicoli (-6,4% a 1,6 miliardi), metalli (-2,9% a 1,5 miliardi), tessili e abbigliamento (+1,3% a 1,1 miliardi), nonché alimentari (+0,1% a 1,1 miliardi). Riguardo alle regioni, sono in progressione sia Europa (+3,6% a 14,7 miliardi) che Asia (+10,7% a 3,9 miliardi), come pure il Nordamerica (+1,1% a 1,3 miliardi).