Dopo aver tentato invano di sconfiggerla, le banche ora vogliono emettere valuta virtuale, concepita proprio per aggirare il controllo delle autorità
WASHINGTON - Ha rischiato più volte di venire affossato per sempre, denigrato qua e là con affermazioni autorevoli e allarmistiche che facevano precipitare il suo valore, salito fin quasi a 20mila dollari a dicembre 2017 e oggi poco sotto i nove. Nato proprio allo scopo di svincolare il denaro dal controllo delle autorità e della finanza, il bitcoin che è riuscito a resistere agli attacchi a destra e a manca rischia ora il paradosso: essere emesso dalle banche centrali.
Un bitcoin di Stato, pubblico, che ha già un nome – Cbdc, Central bank digital currencies – e sarà un vero e proprio conio. A darne notizia il Global financial stability report del Fondo monetario internazionale, secondo cui i governatori sarebbero già al lavoro: in testa la Swedish Riksbank – responsabile dell'assegnazione del Nobel per l'economia – assieme alla Bank of Canada, la People Bank of China e l’istituto centrale di Singapore.