Tinext ha presentato i risultati della “Ricerca 2023 sullo stato della trasformazione digitale in Svizzera”.
È la prima analisi sulla Svizzera con focus specifici sui: tech trend, i percorsi di trasformazione digitale e gli investimenti in progetti digitali, con interviste a oltre 100 CIO elvetici.
Sono stati presentati ieri a Lugano nel corso di un evento, organizzato da Tinext in collaborazione con VMware e The Innovation Group, i risultati della “Ricerca 2023 sullo stato della trasformazione digitale in Svizzera”, condotta intervistando oltre 100 CIO svizzeri. Si tratta della prima analisi sul nostro Paese che osserva come negli ultimi anni ci sia stata una forte accelerazione dei piani di trasformazione digitale delle aziende. Un’evoluzione tale per cui oggi si può affermare che nessuna organizzazione è esclusa da questo grande e necessario cambiamento. Ma se si considera attentamente il campione elvetico, quasi la metà delle aziende è oggi ancora in una fase implementativa (48%). Mentre, solo un 19% afferma di avere già completato il percorso, e alcuni si sono fermati (9%). I restanti prevedono di iniziare questo viaggio entro 1 anno (17%) o al massimo entro i prossimi anni (7%).
Partendo da questi primi dati di scenario, abbiamo chiesto a Massimo Baioni, Head of Sales di Tinext Managed Cloud Services di spiegarci meglio quali sono gli elementi salienti della ricerca promossa e presentata.
Signor Baioni, alla luce della prima fotografia svizzera scattata nell’indagine, qual è il suo commento sullo stato di avanzamento dei processi di trasformazione digitale nelle aziende svizzere?
«Il fatto che molte aziende siano ancora in una fase implementativa è comprensibile e va visto con positività. La trasformazione digitale è un percorso complesso, che richiede tempo, ma otto aziende su dieci sono soddisfatte o molto soddisfatte dei benefici ottenuti al suo completamento, e questo dimostra che in Svizzera ci sono tutte le condizioni per creare valore con l’innovazione tecnologica e l’IT. In questo processo si rivela fondamentale il ruolo del Cloud Computing nelle sue diverse declinazioni: la spesa IT per infrastrutture e applicazioni in Cloud ha ormai superato quella per gli ambienti on-premises, con una crescita a due cifre sia per le infrastrutture che per il SaaS».
Volendo approfondire lo scenario ticinese, come si comportano le organizzazioni del nostro cantone, rispetto alla media svizzera (o italiana)? Quali sono i segnali più rilevanti che avete osservato in tema di evoluzione digitale?
«Questa ricerca segue di pochi mesi una precedente svolta su un campione rappresentativo di aziende ticinesi operanti in diversi settori: in essa, i CIO del nostro Cantone illustravano uno scenario in linea generale positivo e confrontabile con i dati rilevati quest’anno a livello svizzero. Quasi la metà degli intervistati ha già definito un indirizzo strategico e una roadmap di progetti per l’innovazione tecnologica, mentre un’azienda su due sta già sviluppando dei progetti pilota. Rispetto alle aziende italiane, il focus delle nostre aziende è più orientato alla revisione della supply chain mentre in Italia le priorità sono più orientate alla creazione di valore e di competenze digitali».
Da un punto di vista delle opportunità che si presentano, a suo modo di vedere, quali possono essere le direttrici per creare un ecosistema digitale sicuro?
«La ricerca ha dimostrato che la strada della trasformazione digitale passa inevitabilmente dall’adozione del multi-Cloud e del Software as Service, a cui il 70% delle aziende affida i dati personali o sensibili dei propri clienti. In questo scenario diventa indispensabile avere un quadro preciso della localizzazione dei dati, del loro livello di protezione e disponibilità, e soprattutto avere chiaro i limiti di responsabilità dei fornitori. Occorre pensare alla sicurezza a 360° e mettere in atto tutte le misure di sicurezza necessarie a proteggere i dati non solo dagli attacchi informatici, ma anche da errori umani, cancellazioni involontarie o perdite dovute a privilegi di accesso eccessivi».