Chi crea contenuti e influenza comunità di consumatori piccole, solide e specifiche avrà sempre più potere. Ecco perché
Quali saranno le novità e le evoluzioni del marketing digitale nel 2022?
Al netto del fattore imprevedibilità - sempre da considerare, in particolare quando si tratta del nostro settore - proveremo ad inquadrare le possibili tendenze che incideranno sulle aziende e sul successo della loro presenza online nel corso del prossimo anno. La fonte da cui trae ispirazione questo approfondimento, che divideremo in più parti, è il Social Trend Report prodotto da Hootsuite.
I dati ricavati sono frutto di interviste a cui si sono sottoposte ben 18 mila persone, tra le quali una serie di esperti del comparto.
In questa prima puntata, ci focalizzeremo sui trend riguardanti un segmento preciso: le strategie di creazione e rafforzamento dei brand.
Le comunità sono sempre più centrali per le aziende
La tendenza principale rilevata è l’innegabile spostamento dell’interesse dagli influencer “di massa”, vip e patinati, verso nuovi microcosmi digitali, in cui emergono sempre più fitte collaborazioni tra i marchi e i creator che animano community, sì piccole, ma percepite come più autentiche, vibranti e con una capacità di creare maggiore empatia con il pubblico, e azioni d’acquisto da parte di quest’ultimo. Comunità digitali mai così ricche e vive, che danno forma e sostanza a gruppi Facebook e che aggregano passioni condivise su TikTok o Twitter. Twitter che, peraltro - e non a caso -, ha iniziato a testare la funzione “Communities”, proprio allo scopo di favorire le conversazioni tra utenti che condividono le medesime passioni.
Il ruolo cruciale dei creatori di contenuti locali o di nicchia
Accadrà, quindi, che le reti di creator diverranno sempre più dei punti di riferimento per le aziende che vogliono ottenere risultati concreti sul web: un pozzo da cui attingere in termini di energie creative e ispirazione, con l’obiettivo di migliorare i processi di costruzione dei contenuti, di fidelizzazione, di consapevolezza dei prodotti e quindi di affinità con i brand. Non è un caso, dunque, che quasi tutti i principali social network siano saliti sul carrozzone dei creatori di contenuti a tempo pieno, aumentando sensibilmente il ventaglio di funzioni allo scopo di sostenerli e di agevolare il processo di monetizzazione del loro lavoro. In alcuni casi, peraltro, pagandoli direttamente. Nessun è rimasto fuori da questa corsa sull’onda di una tendenza sempre più centrale: Facebook, Instagram, TikTok, Twitter, YouTube e Snapchat.
«I creator sono saliti a un nuovo livello di influenza e potere nell'ecosistema dei media», ha dichiarato Jamie Byrne, senior director of creator partnerships di YouTube.
Una grande opportunità per imprese di ogni dimensione
I creatori digitali saranno, quindi, una leva sempre più centrale del processo di marketing e in particolare nel percorso di costruzione di community formate da clienti che condividono informazioni su prodotti e servizi. Bisogna però, in tal senso, sgombrare il campo dall’illusione che l’obiettivo di poter contare su una comunità attiva e impegnata sia un processo semplice da sviluppare e consolidare. Serve tempo, servono risorse e visione. Perché i social sono un mezzo, non una soluzione infallibile.
La cosiddetta creatorship sta crescendo a ritmi vertiginosi, scuotendo in profondità alcuni tra i paradigmi che per molto tempo hanno contraddistinto le dinamiche del content marketing sul web. Già, perché sempre con maggiore incidenza i creator più performanti si rivelano abili narratori e leader assoluti delle rispettive comunità. Noi di Linkfloyd siamo sempre attenti alle nuove tendenze. Da qui nasce la nostra propensione ad ascoltare le evoluzioni della rete, con particolare attenzione rivolta verso i trend che possono creare un impatto vincente sulla costruzione dell’identità di aziende e professionisti che vogliano accrescere la loro presenza online e offline, e dare un impulso decisivo ai loro business.
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