Piero Marchesi, Consigliere nazionale UDC
L’iniziativa sulla biodiversità che voteremo il prossimo 22 settembre è la solita proposta lanciata dagli ambienti estremisti di sinistra, che vuole insegnare ai nostri agricoltori e contadini come fare il loro mestiere, mettendogli sempre più paletti al punto che buona parte di loro getterà la spugna. Ecco alcuni punti chiave contro l’iniziativa:
L’agricoltura in Svizzera è già un esempio di pratiche sostenibili che promuovono la biodiversità. Gli agricoltori svizzeri adottano metodi di coltivazione rispettosi dell’ambiente, come la rotazione delle colture, l’uso limitato di pesticidi e la creazione di habitat naturali all’interno delle loro proprietà, questo garantisce che il 19% delle superfici coltivabili siano riservate alla biodiversità. Queste pratiche dimostrano che è possibile conciliare produzione agricola e tutela della biodiversità senza ulteriori regolamentazioni;
L’iniziativa comporterà costi elevati per agricoltori e contadini – il Consiglio federale lo stima in una forchetta che varia tra i 375 e i 443 milioni l’anno, che provocherà inevitabilmente un aumento dei costi dei prodotti per i cittadini. Le nuove regolamentazioni potrebbero inoltre richiedere investimenti significativi per adeguarsi alle norme, mettendo a rischio la sostenibilità economica e l’esistenza stessa delle piccole aziende agricole;
La regolamentazione severa prevista dall’iniziativa colpirà anche il turismo di montagna e le zone rurali, mettendone a rischio progetti per la realizzazione di strutture di svago e sport;
Le restrizioni imposte dall’iniziativa ridurrà significativamente la competitività dell’agricoltura svizzera rispetto ai paesi vicini. I contadini svizzeri si ritroveranno vieppiù svantaggiati rispetto ai loro concorrenti internazionali, che non sono soggetti alle stesse regolamentazioni. La già fragile autoproduzione, che già oggi si attesta solo al 50% del nostro fabbisogno, verrà ancor più ridotta, aumentando di conseguenza le importazioni di prodotti di scarsa qualità;
La perdita di reddito e l’aumento dei costi porteranno a un declino delle attività agricole locali, con conseguenze negative per l’occupazione, la cura del paesaggio e la coesione sociale delle aree rurali.
Ecco perché è fondamentale votare No all’iniziativa sulla Biodiversità, per continuare a dare fiducia ai nostri contadini per l’ottimo e difficile lavoro che fanno, per evitare di ridurre ulteriormente l’autoproduzione agricola, per scongiurare un aumento dei prezzi dei prodotti a carico dei cittadini e, infine, per evitare di fare sempre i primi della classe anche quando non è necessario farlo.
Piero Marchesi, Consigliere nazionale UDC