Papà Djokovic: «Il mondo ricco potrebbe non permettere a Nole di giocare. Australian Open? Vincerà il Roland Garros»
Nole Djokovic: «Dio vede tutto. La mia benedizione è spirituale e la loro è materiale».
MELBOURNE - Silenzio e pazienza? Era ovvio che, con Novak Djokovic di mezzo, l’avvicinamento al verdetto relativo alla conferma o meno del visto per entrare in Australia si sarebbe trasformato in una sorta di show. Non tanto per quel (poco) che può raccontare il numero uno del mondo, quanto piuttosto per chi punta a sfruttare la sua figura e la sua visibilità. Come i combattivi Srdjan (il papà) e Djordje (il fratello) i quali, fin dalle primissime ore di detenzione di Nole, hanno alzato la voce per protestare con l’Australia e le sue autorità.
«Mio figlio è stato rilasciato ma non è una persona libera - ha strillato il padre di Nole in conferenza stampa - Novak ora è come Spartaco: è diventato il simbolo e il leader del mondo libero, il leader dei popoli oppressi. Negli anni ha dimostrato che anche un piccolo Paese come la Serbia può avere il più grande atleta di tutti i tempi. Possono anche metterlo in prigione ma la verità troverà sempre la sua strada. Il mondo ricco potrebbe non permettergli di giocare a tennis, ma ora inizia una gara molto più seria. Gli Australian Open? Se non lo lasceranno giocare andremo al Roland Garros e lì vincerà il suo 21esimo Slam».
Meno duro è stato Djordje il quale, in ogni caso, ha voluto leggere ai giornalisti il primo messaggio inviatogli dal fratello nel momento in cui è tornato in possesso del telefono: «Dio vede tutto - ha scritto Novak - La mia benedizione è spirituale e la loro è materiale».