Nadal: «Djokovic? Il mondo ha sofferto abbastanza, ci si deve vaccinare»
«Ognuno è libero di prendere le proprie decisioni, ma poi ci sono delle conseguenze».
MELBOURNE - Chiuso in una stanza d’albergo di Melbourne, Novak Djokovic ha dato mandato ai suoi legali di presentare un ricorso contro la cancellazione del suo visto per rimanere in Australia. Bloccato tutta la notte in aeroporto e per ore senza avere la possibilità di utilizzare il suo telefono, una volta messo in isolamento il serbo si è mosso nel tentativo di risolvere una situazione complicatissima. Il 34enne campione spera infatti ancora di trovare un cavillo che gli permetta di evitare l’espulsione dal Paese e, quindi, di prendere parte al primo Slam dell’anno. Una decisione definitiva sul caso non arriverà comunque prima della prossima settimana quando, dopo aver esaminato i fatti, il giudice di Melbourne Anthony Kelly farà chiarezza in merito alla fondatezza della richiesta del numero uno al mondo. Fretta? Pur riconoscendo l’importanza del caso, in Australia si sono presi del tempo: l’udienza è stata fissata per lunedì 10 gennaio.
Fino ad allora, è facilmente immaginabile, la partita si giocherà su più tavoli. Pur mantenendo la sua indipendenza, il Tribunale che sbroglierà la matassa sarà infatti costretto a subire pressioni enormi. Media e tifosi? Sì, certo, ma anche quella del Governo australiano, a sua volta punzecchiato - per usare un eufemismo - da quello serbo. «Ho detto a Novak che tutta la Serbia è con lui e che stiamo facendo di tutto per far cessare immediatamente le molestie al miglior tennista del mondo», si è subito premurato di sottolineare Aleksandar Vučić, presidente del Paese balcanico. Prima mossa? La convocazione dell’ambasciatore australiano a Belgrado e l'"attivazione" di quello serbo a Canberra. Ne seguiranno certamente delle altre...
Intanto sulla questione, sulla posizione del nove volte campione del primo Slam dell'anno, ha espresso un parere Rafa Nadal che, appena rientrato dopo un lungo infortunio, gli Australian Open li giocherà. «Il mondo ha sofferto abbastanza - ha confidato lo spagnolo al giornalista del New York Times Ben Rothenberg - Ci si deve vaccinare. Se avesse voluto, avrebbe potuto giocare in Australia senza alcun problema. Ha fatto la sua scelta. Ognuno è libero di prendere le proprie decisioni, ma poi ci sono delle conseguenze».