Approdato al Grenoble dopo l'addio al Lugano, Jacobacci resta comunque vicino ai bianconeri in questo difficile momento.
«Non so cosa sia realmente successo in questi giorni, ma dispiace quando le cose non vanno a buon fine. La mia nuova sfida? Ho trovato una società molto seria. In Ligue 2 c'è tanta fisicità, ma anche qualità».
GRENOBLE - Tornato clamorosamente nelle mani di Angelo Renzetti, il Lugano non ha tempo da perdere e deve pianificare le prossime mosse dopo la parentesi di 20 giorni griffata De Souza e Valbusa, amministratori che nella giornata di martedì sono stati revocati con effetto immediato dall’assemblea totalitaria della società.
Chiusa la telenovela con l’uscita di scena dei "sedicenti" nuovi proprietari, il club bianconero si trova con una montagna da scalare e alcuni nodi da sciogliere - come i contratti sottoscritti con Abel Braga e Demba Ba -, ma riparte anche da una certezza e dal suo primo tifoso: Angelo Renzetti. «Dopo aver portato avanti questo club per quasi 11 anni non voglio vederlo morire: non ho mai voluto lucrare sul Lugano, che viene prima di qualsiasi altra cosa», queste alcune delle parole espresse dal patron nella conferenza di martedì, durante la quale si è più volte commosso e ha anche voluto chiedere scusa per aver portato avanti una trattativa senza le necessarie garanzie.
Tra i vari punti toccati anche quello legato al mister, con il pres che rimpiange Maurizio Jacobacci, salutato al termine della scorsa stagione. «Se non fosse già impegnato con il Grenoble punterei sicuramente su di lui, che conosce perfettamente la nostra realtà», aveva aggiunto Renzetti.
«Sono un po’ lontano e non so cosa sia realmente successo in questi giorni, ma dispiace quando le cose non vanno a buon fine - interviene ai nostri microfoni proprio Maurizio Jacobacci - Non voglio entrare in merito alla vicenda, ma non posso che augurare il meglio al Lugano, per cui ho sempre dato l’anima e fatto sacrifici insieme ai giocatori e al resto dello staff. Spero possa tornare sui binari giusti e avere continuità. Ora però, per me, questo capitolo si è chiuso».
Conclusa l’avventura in Ticino, Jacobacci ha subito trovato un incarico intrigante al Grenoble, quarto nella scorsa stagione in Ligue 2.
«L’obiettivo del club è ripetere un campionato sui livelli dello scorso anno, continuando il percorso di crescita. Magari perderemo qualche pedina, ma cercheremo di sostituirla con altri giocatori importanti».
Com’è stato l’impatto con la nuova realtà?
«Ho trovato una società molto “familiare” e seria, che non fa il passo più lungo della gamba. Spero di potermi integrare il prima possibile e poter dare il mio contributo. Mi auguro di poter ripetere il successo avuto a Lugano».
Trovare un incarico in Francia non era certo scontato. Vuol dire che il lavoro svolto in Super League è stato notato.
«Sì, si sono informati e hanno seguito quanto fatto negli ultimi anni. Mi ha fatto molto piacere. Il Grenoble arriva da un campionato molto positivo e l’obiettivo è continuare su questa scia, lavorando duro con umiltà».
Il livello della Ligue 2 non è distante dalla Super League.
«Assolutamente no. È una lega importante, dove si gioca un buon calcio. C’è tanta fisicità, ma anche qualità tecnico-tattiche notevoli. È un campionato a 20 squadre con trasferte anche impegnative in bus o aereo. Sarà una grande esperienza, sicuramente preziosa e arricchente».