Con i suoi monopattini, Wim Ouboter ha rivoluzionato gli spostamenti sulle brevi distanze. Ora il CEO di Micro ha deciso di lanciarsi sul mercato delle auto per liberare le città dagli ingombranti generatori di CO2.
In breve
Interview: Adrian Schräder
Signor Ouboter, da poco è entrato a far parte dei produttori di auto. Come ci è arrivato?
Wim Ouboter: Sviluppando un’idea di marketing. Volevamo chiarire che i nostri monopattini sono mezzi di trasporto e non giocattoli e abbiamo quindi sviluppato un concetto di vettura di piccole dimensioni. Quando l’abbiamo presentato a Ginevra, i giornalisti hanno scritto che si tratta del veicolo ideale. Da lì, abbiamo deciso di lanciarci per davvero.
Ciò significa che esiste un mercato per queste vetture.
Ne sono convinto, è chiaro. Per me, le piccole vetture come il nostro Microlino sono la soluzione. Credo che sia possibile convincere anche la popolazione. La distanza media percorsa giornalmente dagli svizzeri in auto ammonta a 32 chilometri. Per farlo, abbiamo la motorizzazione più elevata subito dietro il Principato di Monaco. Non è proprio un vanto per il nostro Paese. Provate a guardare quante auto circolano con a bordo una sola persona. Ognuno di noi potrebbe dare un contributo rinunciando a utilizzare le ingombranti auto pensate per le lunghe distanze sui tragitti brevi. Allo stesso modo, non usciamo di casa ogni giorno con un’enorme valigia perché ci diciamo «oggi potrei darmi allo shopping selvaggio».
Come si presenta secondo lei il parco auto ideale per una famiglia svizzera?
Al massimo un’auto per i lunghi viaggi. Non ne servono di più. Per il resto è possibile utilizzare un Microlino, i mezzi pubblici o, volendo, un monopattino. L’auto per i lunghi tragitti serve davvero solo per il weekend o per le vacanze.
Non vende semplicemente un prodotto ma proprio uno stile di vita. Era l’idea fin dall’inizio?
Sì. Senza marketing e senza lifestyle non avrebbe funzionato. Con il Microlino si rinuncia a una parte del comfort e a tanto spazio.
E cosa si ottiene in cambio?
Un veicolo cool a forma di goccia che si guida come un go-kart, che semplifica la ricerca di un posteggio, che è anni luce meno caro per quanto riguarda la manutenzione e che dà un importante contributo nella risoluzione dei problemi di traffico e ambientali. In Italia vi fischieranno dietro quando passerete con il vostro Microlino gridando «bella macchina!»
Per le auto elettriche, i temi principali sono sempre autonomia e tempi di ricarica. Come si piazza il Microlino in questi campi?
Senza batteria, l’auto pesa solo 450kg. Necessita quindi solo di una piccola, leggera batteria da 48 volt con la quale è possibile percorrere fino a 130km. Con la nostra batteria più grossa si arriva a un’autonomia di 240km. Ma non viene utilizzata spesso. E una volta terminata la carica, basta collegare il Microlino a una normale presa domestica e in 4 ore sarete di nuovo al 100 per cento.
Si tratta di un veicolo a due posti con spazio di carico. È possibile anche installare un seggiolino per bambini?
Sì, è possibile. Ma chiaramente di tratta di una microcar per gli spostamenti quotidiani e non di un’auto per famiglie.
Si è rivolto anche alla politica. Il Microlino riceve sovvenzioni?
Solo in Italia e in Grecia. In Germania e in Svizzera nemmeno un centesimo. La politica ritiene di poter risolvere il problema del traffico con biciclette cargo e mezzi pubblici. Ma si tratta di un’illusione. Spesso il Microlino si trova tra l’incudine e il martello perché tecnicamente non di tratta di un’auto ma di un «Heavy Quadricycle» e se ci si attiene rigidamente alle direttive UE, allora non sono necessari incentivi. Per fare un confronto: Tesla non viene solo sovvenzionata ma ottiene anche un corposo contributo dagli importatori di auto perché Tesla aiuta a migliorare il bilancio di CO2 della flotta.
Un Microlino con autonomia e dotazioni classiche costa 20 000 franchi. Un prezzo importante per un mezzo ausiliario. Una Citroën Ami o una Renault Twizy costano meno della metà.
Offrono però anche molto meno. Il Microlino viaggia fino a 90 chilometri orari, protegge dalle intemperie e per essere così compatto offre uno spazio di carico di dimensioni adeguate.
Cosa ne pensa dei monopattini in sharing che si possono prendere a noleggio ormai un po’ dappertutto?
Non è il concetto su cui noi facciamo affidamento. Noi vendiamo monopattini che possono essere piegati e trasportati ovunque. Non ritengo che il modello dello sharing sia particolarmente efficiente. Molti li considerano addirittura una seccatura perché vengono abbandonati ovunque.
Qualche tempo fa, in questa serie abbiamo intervistato lo sviluppatore Frank M. Rinderknecht che ha dichiarato che nel settore della mobilità e della sostenibilità non esistono verità. Cosa ne pensa?
C’è sicuramente una verità: per l’80 per cento dei nostri spostamenti, le nostre auto sono troppo grosse. Auto più piccole con batterie più piccole sarebbero più che sufficienti per la maggior parte dei tragitti quotidiani.
Parla sempre di seconda auto ma avendo un Microlino e magari un monopattino elettrico e facendo affidamento sui mezzi pubblici, allora non varrebbe la pena di sobbarcarsi l’acquisto e i costi di manutenzione di una grossa auto.
Naturalmente no. Mia moglie e io viaggiamo da circa un anno esclusivamente con il Microlino e i mezzi pubblici. Con una sola eccezione: quando facciamo gite fuori porta nel weekend. In quel caso prendo in prestito una delle auto della ditta. In alternativa si potrebbe chiaramente sfruttare un’offerta di sharing o noleggiare un’auto.