Berna e Ginevra le due città interessate dalle proteste tra ieri e oggi
BERNA - I sostenitori e gli oppositori al diritto di abortire sono scesi in piazza oggi in Svizzera dopo la recente decisione della Corte suprema americana di cancellare la storica sentenza "Roe v. Wade".
Ieri sera un raduno pro-aborto si è svolto a Berna, mentre oggi a Ginevra decine di cattolici hanno denunciato quello che hanno definito "il pensiero unico" politico sul tema.
Riuniti su invito dell'associazione "Oui à l'enfant", i partecipanti anti-aborto si sono ritrovati nel centro della città di Calvino. Su taluni striscioni si potevano leggere slogan quali "Interruption d'une vie gênante" oppure "l'avortement est un crime".
Gli organizzatori hanno deplorato l'ampio sostegno in Svizzera al diritto di abortire, che va, secondo loro, «dall'estrema sinistra fino ai ranghi di alcuni deputati UDC».
Hanno inoltre apprezzato l'opposizione all'aborto dell'ex presidente Usa Donald Trump. Quest'ultimo è riuscito a nominare dei giudici conservatori alla Corte suprema, il che è sfociato nella decisione di revocare il diritto all'aborto.
«Ciò che succede negli Usa può accadere anche in Europa e in Svizzera», ha detto uno dei tre sacerdoti presenti che ha animato una preghiera durante una decina di minuti. Tra gli spettatori curiosi non sono mancati alcuni slogan nei confronti dei manifestanti: «vergognatevi» ed «è scandaloso».
Pro-aborto più numerosi
Dal canto suo, il campo dei sostenitori all'aborto è riuscito ieri sera a Berna a riunire circa 500 persone sulla Piazza federale, ha indicato oggi la Gioventù socialista (GISO), che ha organizzato la manifestazione assieme al collettivo "Sciopero femminista" e alle Donne socialiste.
GISO si oppone con tutte le forze ad ogni iniziativa popolare annunciata o lanciata contro l'aborto. I progressi ottenuti in questo ambito devono essere preservati, si legge in una nota odierna.
Nel contempo, la Svizzera deve andare avanti. Il tabù che circonda le interruzioni di gravidanza deve essere levato e il tema deve essere affrontato anche a scuola. Infine, secondo GISO, i consultori riconosciuti dalla Confederazione devono essere maggiormente sostenuti a livello finanziario.