Cerca e trova immobili

SVIZZERAMuro contro muro fra impresari edili e sindacati sul Contratto mantello: «Sciopereremo ancora»

21.10.22 - 20:53
La nuova presa di posizione del SSIC non ha convinto Unia e Syna che annunciano nuove proteste
SSIC
Muro contro muro fra impresari edili e sindacati sul Contratto mantello: «Sciopereremo ancora»
La nuova presa di posizione del SSIC non ha convinto Unia e Syna che annunciano nuove proteste

ZURIGO - Una sesta tornata negoziale per ridefinire il nuovo Contratto nazionale mantello (CNM),  in un momento particolarmente caldo per quanto riguarda chi lavora nei cantieri

È quello tenutosi oggi all'interno della Società Svizzera degli Impresari-Costruttori (SSIC) che ha ribadito come quello di stabilire un CNM per il 2023 e oltre «sia una priorità assoluta». La modalità per raggiungere un accordo fra le parti è quella di «negoziati costruttivi».

«L’esigenza che lavoratori e datori di lavoro hanno in comune è che il CNM migliori la flessibilità e la possibilità di pianificare le giornate lavorative. Vista la carenza di lavoratori qualificati, è importante che soprattutto i lavoratori più anziani possano essere mantenuti nel settore. Allo stesso tempo, la delegazione negoziale della SSIC ha esortato in modo inequivocabile i sindacati (che a più riprese e in più regioni hanno ventilato la carta dello stop ai lavori, ndr.) a rispettare l'obbligo di mantenere la pace», riporta la nota diffusa ai media.

Proprio in riferimento agli scioperi, la SSIC sostiene che questo tipo di azione invii «segnali sbagliati» esprimendo «la propria incomprensione per la mobilitazione per azioni sindacali in corso in tutte le parti del Paese» e aggiungendo che «se non dovesse essere riscontrata nei sindacati la serietà come partner negoziale affidabile a causa del mancato rispetto degli accordi attuali, la SSIC si vedrebbe costretta a valutare nei prossimi giorni, insieme alle sezioni interessate, se presentare una denuncia per violazione dell'obbligo di mantenere la pace».

La risposta dei sindacati è perentoria: «Le posizioni delle parti sono molto distanti. Le richieste della Società degli impresari costruttori di giornate lavorative ancora più lunghe in estate e lavorare su chiamata in inverno sono un attacco alla salute dei lavoratori edili. Dopo l'avvio riuscito in Ticino, nelle prossime settimane sono previste azioni di protesta anche nel resto della Svizzera», comunicano in comunicato congiunto Unia e Syna.

«Poiché una soluzione non è ancora in vista, le giornate di protesta proseguono. Le manifestazioni hanno preso avvio lo scorso lunedì 17 ottobre in Ticino e hanno visto la partecipazione di 2500 lavoratori edili. Nelle settimane seguenti, le giornate di protesta proseguiranno nella Svizzera tedesca (1° e 11 novembre) e in Romandia (7 e 8 novembre)», concludono i sindacati.

 

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

F/A-19 2 anni fa su tio
A me pare che a tirare troppo la corda poi la corda si rompe!
NOTIZIE PIÙ LETTE