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VAUDL'edilizia romanda pronta a incrociare le braccia

10.10.22 - 14:36
Anche vodesi e neocastellani si uniscono allo sciopero indetto il 7 e l'8 novembre dai colleghi ginevrini.
Ti-Press (archivio)
Fonte ats
L'edilizia romanda pronta a incrociare le braccia
Anche vodesi e neocastellani si uniscono allo sciopero indetto il 7 e l'8 novembre dai colleghi ginevrini.
I lavoratori si oppongono al nuovo CCL e pretendono garanzie per migliori condizioni di lavoro e un aumento del salario.

LOSANNA - I lavoratori nel settore della costruzione si stanno mobilitando in Gandria: dopo i ginevrini, anche i vodesi e i neocastellani hanno deciso di unirsi allo sciopero indetto per due giorni fra un mese, il 7 e l'8 novembre. Chiedono garanzie per le condizioni di impiego e un aumento dei salari.

A Losanna 900 operai si sono riuniti venerdì sera per discutere del movimento di protesta nazionale: stando a quanto indicato oggi dal sindacato Unia hanno votato all'unanimità per l'astensione dal lavoro in assenza di un accordo con il padronato. A Neuchâtel, circa 200 lavoratori si sono espressi giovedì sera a favore di uno sciopero generale. E a Ginevra alla fine di settembre più di 2000 muratori avevano già votato a favore di questo passo, su iniziativa delle tre sigle sindacali Sit, Syna e Unia.

Gli addetti del settore si oppongono al nuovo contratto collettivo di lavoro (CCL) attualmente in fase di negoziazione con la Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC). Secondo i sindacati la sensibilizzazione dell'orario richiesta dal padronato costituirebbe «un passo indietro a livello sociale» e un «grave attacco alla salute e alla sicurezza dei lavoratori». Ai dipendenti potrebbe infatti essere richiesto di lavorare fino a 58 ore alla settimana nei cantieri.

Stando a Unia le proposte avanzate dalla SSIC sono un affronto per i circa 80'000 lavoratori che sono attivi in tutto il paese e che ne garantiscono la prosperità. Secondo l'organismo padronale invece il nuovo modello consentirebbe un migliore equilibrio tra vita privata e professionale.

I sindacati rivendicano anche salari più alti. Deplorano il fatto che la SSIC, malgrado l'inflazione ormai galoppante, subordini la concessione di aumenti nel prossimo anno all'accettazione delle sue "inique richieste" riguardo agli orari di lavoro.

La trattative per un nuovo CCL nazionale non sono finora riuscite ad avvicinare le parti. Dopo il quinto round negoziale del 16 settembre la SSIC ha inviato la controparte a garantire il rispetto della pace sul lavoro e a non silurare le discussioni.
 
 

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