Le conclusioni dell'UPI sul caso di una strada cantonale nel Comune di Hünenberg fanno storcere più di un naso.
Le autorità locali e i genitori di venti bambini che devono attraversarla per andare a scuola si ribellano. Ma gli esperti assicurano: «I pedoni che attraversano sono pochissimi. Le strisce sono pericolose con una bassa frequenza».
ZUGO - Per favorire la sicurezza si tolgano le strisce pedonali: sono destinate a far discutere le indicazioni dell'Ufficio prevenzione infortuni (UPI), che in un caso concreto concernente il comune di Hünenberg (ZG) si trova in rotta di collisione con le autorità locali e con i genitori dei venti bambini che devono attraversare una strada trafficata per andare a scuola.
Al centro della discordia vi è la ristrutturazione della strada cantonale (la Sinserstrasse), che è stata riasfaltata: nel corso del processo la striscia pedonale all'incrocio per Matten è stata rimossa, riferisce il Beobachter nel numero oggi in edicola. Si tratta di un punto in cui passa il percorso pedonale ufficiale per la scuola, su cui camminano quindi anche bambini di 5-6 anni. Un luogo in cui transitano oltre 10'000 vetture al giorno e in cui il limite di velocità è di 60 km/h.
Prima del risanamento della strada un ispettore cantonale della sicurezza ha però rilevato che i pedoni che attraversano la strada sono meno numerosi di quanto richiesto dalle norme: via quindi le strisce gialle. Il comune di Hünenberg ha presentato un reclamo contro lo smantellamento e il cantone ha quindi chiesto consiglio all'UPI, l'organo che in Svizzera ha come missione di prevenire gli incidenti: i funzionari sono giunti alla conclusione che un passaggio pedonale sul posto è fuori luogo.
«La gente pensa sempre che le strisce pedonali diano sicurezza: no, danno solo il diritto di precedenza», spiega Patrick Eberling, responsabile del settore tecnica del traffico dell'UPI, in un'intervista pubblicata dal Beobachter. «Anche se prima i tempi di attesa erano più brevi e non era ancora successo nulla di grave la sicurezza non era garantita. Al di fuori dei centri abitati e a velocità elevate i conducenti non si aspettano infatti che il traffico lento abbia improvvisamente il diritto di precedenza. Di conseguenza, la probabilità di fermarsi davanti alle strisce è bassa».
«Inoltre, i pedoni che attraversano lì sono pochissimi: secondo gli studi, le strisce pedonali sono pericolose a bassa frequenza», prosegue l'esperto. Questo «poiché gli automobilisti non si aspettano che le persone attraversino».
Ma i residenti - ribattono i cronisti del bimensile - dicono che ora è diventato difficile attraversare la strada. «Non può essere così», risponde l'intervistato. «Ci sono 5000 auto al giorno in ogni direzione, otto al minuto nell'ora di punta tra le 17 e le 18. È possibile passare tra due vetture fino all'isola di sicurezza al centro».
Però un bimbo - insistono i cronisti - è arrivato a scuola piangendo con un quarto d'ora di ritardo perché nessuna auto si è fermata. «Non può essere che un bambino non riesca ad attraversare la strada per un quarto d'ora. È una scusa che i genitori sussurrano alle orecchie del comune. Inoltre, è chiaro lì un bambino non può attraversare la strada da solo, con o senza strisce pedonali. La marcatura potrebbe addirittura invogliare il bambino a correre alla cieca».
Il rapporto dell'UPI dice fra l'altro che l'attraversamento pedonale non è possibile a causa dell'alta velocità delle auto. Secondo Eberling il cartello con il limite di velocità di 60 km/h dà una falso senso di sicurezza ai pedoni. «Si pensa che le auto vadano a 60, in realtà l'85% va a 73, il 15% anche più veloce. Non possono fermarsi in tempo». Ma non si potrebbe installare un semaforo? «Come conducente, ha mai visto un semaforo rosso su un tratto di strada libero? Questo non è proprio possibile. Che senso ha se i pedoni hanno il verde ma vengono investiti? Allora è meglio obbligarli a fare attenzione da soli».
Lo specialista dell'UPI respinge l'accusa di argomentare nell'ottica dell'automobilista, mentre dovrebbe difendere le persone a piedi. «Questo è ciò che facciamo. Per la sicurezza dei pedoni diciamo: non fate strisce pedonali! Da anni chiediamo un limite di velocità di 30 km/h nelle località. Raccomandiamo anche lo stesso limite su strade con edifici su entrambi i lati. Ovunque si preveda la presenza della parte più debole, il traffico motorizzato deve essere rallentato. Se necessario, con un radar. Ma in luoghi dove non ci si aspetta persone, misure come un cartello di segnalazione sono inutili».
«Diciamo sempre: siamo i difensori dei più piccoli e dei più vulnerabili», prosegue Eberling. «Se non raccomandiamo un attraversamento pedonale a Hünenberg non è certo per elogiare il cantone per la buona viabilità verso la scuola. Se i bambini non sono in grado di gestire il percorso in modo autonomo, la pianificazione scolastica era sbagliata. I responsabili devono renderlo sicuro con uno scuolabus o un servizio di accompagnamento».
Hubert Schuler, municipale responsabile del dossier, non ci sta. «Il rapporto dell'UPI e la successiva comunicazione del cantone si concentrano chiaramente sul punto di vista degli automobilisti. Non vogliamo semplicemente accettarlo. Non potete toglierci le strisce pedonali e poi dire: occupatevi voi della situazione!».
«Vogliamo che i nostri figli possano andare a scuola in modo indipendente», gli fa eco una mamma a sua volta citata dal Beobachter. «Non è colpa loro se gli adulti non hanno il traffico sotto controllo». L'abitante di Hünenberg promette battaglia: «Siamo come il villaggio gallico e ci ribelliamo: questo alle autorità non piace», conclude.