Le coppie over 65 senza figli sono le più colpite. Il rincaro più basso è stato percepito nella Svizzera italiana (+3,6%).
BERNA - A febbraio l’inflazione percepita in Svizzera è aumentata nuovamente di ben il 3,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Lo dimostra l’indice dei prezzi al consumo di Comparis*. L’aumento, viene fatto notare, è superiore alla media annuale del 2022: i prezzi dei beni di uso quotidiano sono cresciuti del 3,9% rispetto a un anno fa. L’indice nazionale dei prezzi al consumo (IPC) è aumentato di solo il 3,4%.
Netta crescita dell’inflazione anche su base mensile
Rispetto a gennaio 2023, i prezzi nel paniere svizzero di Comparis sono saliti dell’1,3% (IPC +0,7). Il mese precedente i costi per i beni di uso quotidiano erano aumentati dello 0,6% (IPC: +0,6%).
«Nel 2023 assisteremo a nuovo netto rialzo dei prezzi», spiega Michael Kuhn, esperto Comparis in finanze. «A causa dell’aumento dei prezzi delle merci importate, della domanda costantemente elevata di beni e servizi, dei problemi legati alle catene di approvvigionamento nella produzione, degli elevati prezzi dell’energia e delle grandi incertezze sui mercati, il livello dei prezzi rimarrà elevato anche nel medio periodo e al massimo diminuirà solo leggermente», prosegue l'esperto.
La Svizzera continua a essere meno toccata
Dando un’occhiata oltre confine si nota tuttavia che il rincaro in Svizzera su base annua è più contenuto rispetto all’eurozona. Secondo Eurostat, l’ufficio di statistica dell’Unione Europea, negli ultimi 12 mesi i prezzi nella zona euro sono cresciuti del 8,5% (intera UE: +10%). A febbraio il tasso di inflazione era pari allo 0,8% (intera UE: 0,2%).
Per l’intero anno si prevede un’inflazione di circa il 6,1% nell’eurozona e del 7% nell’UE. In Svizzera, la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) prevede un rincaro del 2,2% per l’anno in corso.
Netto aumento dei prezzi dei viaggi
Andare in vacanza, però, risulta molto più costoso. A febbraio, ad esempio, i costi del trasporto aereo sono aumentati del 28,8% rispetto a gennaio. Rispetto al mese precedente il rincaro è stato addirittura del 45,8%.
Nel settore paralberghiero l’inflazione è stata del 20,5% e del 6,2% rispetto a febbraio 2022. I viaggi tutto compreso hanno subito un rincaro del 16,1% e i prezzi del settore alberghiero sono saliti del 6,1%. «Il trend dei costi nel settore dei viaggi, che oscilla fortemente a seconda della stagione, punta chiaramente verso l’alto e, insieme agli elevati prezzi dell’energia, causa questa impennata dei prezzi», afferma Kuhn.
L’aumento dei prezzi più marcato su base annua
Oltre ai prezzi del trasporto aereo, anche l’energia ha subito un rincaro (+25,5%). Si tratta del secondo aumento più marcato. Al terzo posto troviamo l’energia per il riscaldamento (gas, olio combustibile, legna da ardere e teleriscaldamento) con un incremento del 24,5%. Segue il gruppo di prodotti margarina, grassi e oli commestibili (+17,4%).
«L’elevato aumento dei prezzi dell’energia elettrica rispetto allo stesso mese dell’anno precedente si farà sentire tutto l’anno, poiché i prezzi sono sempre fissati all’inizio dell’anno e l’esperienza dimostra che non cambiano nemmeno nei mesi successivi», aggiunge Kuhn.
Gli aumenti dei prezzi più marcati negli ultimi 20 anni
Negli ultimi 20 anni, l’energia per il riscaldamento (gas, olio combustibile, legna da ardere e teleriscaldamento) è il bene che ha subito il rincaro maggiore. Il prezzo è aumentato in media del 188,9% da febbraio 2003.
Al secondo e terzo posto, tra i cinque beni che più di tutti hanno subito un rincaro a lungo termine figurano le sigarette, i giornali e le riviste con un aumento rispettivamente dell’83,8% e 68,2%.
Anche gli altri prodotti del tabacco (+65,1%) e i servizi finanziari (+55,7%) sono diventati molto più costosi per i consumatori.
Le coppie over 65 senza figli sono le più colpite dal rincaro
Negli ultimi dodici mesi, il rincaro ha colpito soprattutto le coppie over 65 senza figli, che attualmente percepiscono un tasso di rincaro del 4,3% rispetto all’anno scorso.
Anche a febbraio la vita è diventata ancora più costosa rispetto al mese precedente (+1,1%).
In percentuale, considerando la tipologia di economia domestica, sono quelle monoparentali under 65 a percepire meno il rincaro. Con 106,4 punti, l’inflazione percepita negli ultimi 12 mesi da questa categoria di popolazione è stata del 3,6%.
L’inflazione più alta si registra tra chi guadagna di più
Considerando il reddito, rispetto allo scorso anno il costo della vita è cresciuto soprattutto per la fascia di reddito più alta. L’indice dei prezzi al consumo per questa categoria è aumentato del 4,1%. A febbraio il rincaro è stato pari a all’1,5%.
La fascia di reddito medio-alta è stata la meno colpita dal rincaro. Rispetto all’anno scorso, i prezzi per questa categoria sono aumentati del 3,7%. Lo scorso mese invece i prezzi dei beni consumati dalla fascia di reddito medio-alta sono cresciuti dell’1,2%.
Nella Svizzera italiana si registra il rincaro più contenuto
Analizzando i dati per regione linguistica, emerge che la Svizzera tedesca, la Svizzera romancia e la Svizzera francese hanno registrato il rincaro più elevato su base annua, con un aumento del 3,9%. A febbraio il livello dei prezzi è salito dell’1,3%.
Il rincaro più basso rispetto allo scorso anno è stato percepito nella Svizzera italiana (+3,6%). Rispetto al mese precedente, a febbraio il costo della vita è aumentato dell’1%.
Il calo dei prezzi più marcato rispetto al mese precedente
A febbraio si è assistito a un calo dei prezzi di alcuni prodotti. I consumatori hanno speso il 4,2% in meno per gli altri prodotti della stampa rispetto a gennaio. Sono inoltre diminuiti i prezzi dell’acqua minerale naturale (-2,3%) e degli articoli per l’igiene personale (-1,5%).
* Indice dei prezzi al consumo di Comparis
L’indice nazionale dei prezzi al consumo (IPC) misura l’andamento dei prezzi sulla base di un paniere rappresentativo di circa 1’050 beni e servizi. Una continua diminuzione del potere d’acquisto o un aumento del livello medio dei prezzi sono sintomi di inflazione. L’IPC comprende 12 categorie principali, tra cui investimenti a lungo termine e affitti. Non sono tuttavia considerate grandi voci di spesa come i premi delle assicurazioni sociali o le imposte dirette. L’IPC non rispecchia quindi l’effettivo rincaro percepito dai consumatori.
L’indice dei prezzi al consumo di Comparis, pubblicato in collaborazione con il Centro di ricerca congiunturale (KOF) del Politecnico federale di Zurigo (ETH), mostra l’inflazione realmente percepita rimuovendo i dati IPC relativi agli affitti e ai beni durevoli come auto e mobili. Vengono inoltre presi esplicitamente in considerazione singole tipologie di economie domestiche, fasce di reddito e regioni linguistiche.
La base di dati per l’indice dei prezzi al consumo di Comparis è costituita dall’indice nazionale dei prezzi al consumo (IPC) e dall’indagine sul budget delle economie domestiche (IBED). Le ponderazioni per i nuovi indici dei prezzi si basano sull’IBED. Successivamente, vengono calcolati gli indici di Laspeyres a catena con le serie di prezzi dell’IPC. La base dell’indice è dicembre 2017 (corrisponde al 100%).