Lo scandalo che ha colpito il granconsigliere UDC Bernhard Diethelm ha riacceso il dibattito: «Le lavoratrici vanno tutelate».
BERNA - Esposizione a pericolo della vita altrui, tentata coazione sessuale e pornografia illegale per aver aggredito una prostituta. Questi i capi di accusa rivolti la scorsa settimana contro il granconsigliere UDC Bernhard Diethelm. Una vicenda che ha scioccato l’opinione pubblica svizzera e al tempo stesso, ha riacceso il dibattito sulla legalità e la tutela del settore della prostituzione.
A giugno del 2022 la consigliera nazionale Marianne Streiff-Feller (Centro) aveva presentato in Parlamento una mozione per vietare l'acquisto di prestazioni sessuali. Una proposta poi respinta che aveva scatenato l'ira delle dirette interessate che si erano mobilitate per impedire l'introduzione della norma.
Facciamo il punto. Diversamente rispetto a molti paesi limitrofi, in Svizzera il sesso a pagamento non è perseguibile penalmente. Ecco che allora il modello scelto in Svezia, Francia, Norvegia e Canada sembra poter rappresentare una valida alternativa. Ma di cosa si tratta nello specifico? La grande differenza è che questo modello di legge criminalizza il cliente ma non la donna prostituita, che viene considerata una vittima.
La lotta contro lo sfruttamento della prostituzione
Un modello che Kathrin Bertschy, deputata al Consiglio Nazionale per i Verdi liberali, non disdegna. «Non voglio insegnare ai giovani che le donne e i loro corpi sono in vendita», ha spiegato sulle colonne del TagesAnzeiger la co-presidente dell'Alleanza delle società femminili svizzere (ASF).
«Vorremmo che se ne discutesse di più all’interno della nostra società». Secondo Bertschy infatti l’argomento viene spesso trascurato. Un dibattito più ampio porterebbe a una presa di coscienza maggiore. Eppre il vero obiettivo dell’associazione e «che si rafforzi la lotta contro lo sfruttamento della prostituzione». Le lavoratrici devo essere maggiormente tutelate.
I contrari
L’introduzione di un modello simile a quello applicato nel Nord Europa porterebbe a un effettivo miglioramento delle condizioni per le lavoratrici del sesso? Su questo aspetto le opinioni si dividono.
«Rendere la prostituzione illegale non farà scomparire la violenza», ha affermato Rebecca Angelini, direttrice di ProCoRe, la rete nazionale di difesa delle prostitute in Svizzera. «In teoria il modello nordico può sembrare un’ottima soluzione, ma non è così. In molti paesi la situazione non è migliorata, anzi».
«I buoni clienti se ne vanno, quelli cattivi restano»
Secondo alcune organizzazioni a difesa dei diritti delle donne in Francia e in Svezia, dopo l'introduzione della legge, la violenza contro le lavoratrici del sesso è in effetti aumentata. Inoltre è stato registrato un peggioramento dell'assistenza sanitaria.
Rebecca Angelini cita un servizio online realizzato in Francia. «I buoni clienti se ne vanno, quelli cattivi restano», ha spiegato durante una prostituta nigeriana. Il problema non verrebbe risolto in quanto i clienti che accettano di infrangere la legge, tendono a comportarsi in modo più violento.