L'occupazione russa delle proprie case e i problemi di sicurezza sono gli ostacoli maggiori
BERNA - Circa un terzo dei cittadini ucraini che ha trovato rifugio in Svizzera dopo l'aggressione russa del febbraio 2022 spera di fare ritorno in patria. Un terzo non vuole rientrare in Ucraina, mentre il 40% dei rifugiati è invece indeciso. Lo afferma un'indagine compiuta dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), dalla Segreteria di Stato per la migrazione (SEM) e da Ipsos.
Secondo gli ultimi dati della SEM, in Svizzera si trovano ancora circa 66'100 persone provenienti dall'Ucraina con lo status di protezione S.
I principali ostacoli al ritorno? L'occupazione russa dei territori nei quali i rifugiati vivevano e i persistenti problemi di sicurezza in primis, ma anche la mancanza di accesso a un'assistenza sanitaria funzionante e l'assenza di opportunità di lavoro e di sostentamento.
Il 21% dei rifugiati ucraini aveva un lavoro al momento della rilevazione, effettuata sulla base di 1125 sondaggi completati online tra il 30 marzo e il 1° maggio scorsi.
Tuttavia, la metà degli occupati ha dichiarato che la loro attuale attività professionale era di livello inferiore rispetto al precedente impiego in Ucraina. Circa un terzo degli intervistati era disoccupato. Un quarto ha dichiarato di star completando una formazione professionale.
Nel complesso, il 69% dei rifugiati ucraini in Svizzera possiede un titolo universitario. Il 79% sono donne e bambini, la maggior parte dei quali è arrivata in Svizzera poco dopo l'invasione russa, nel periodo che va da febbraio ad aprile 2022.
Non bisogna sottovalutare poi la barriera linguistica: la conoscenza della lingua nazionale è l'ostacolo maggiore all'integrazione degli intervistati.