Un disegno di legge al vaglio a Berna vorrebbe introdurla, per i dettaglianti però non è necessaria e rischia di far lievitare i costi
Non solo via ruota (o binario) ma anche via aria, così prodotti alimentari arrivano da tutto il mondo sugli scaffali anche refrigerati dei dettaglianti svizzeri.
Stando alle stime della consigliera al Nazionale Christine Badertscher si tratta di circa il 4% del pesce e del 3% della carne, così come 7'000 tonnellate di frutta e verdura ogni anno.
Per la parlamentare dei Verdi «occorre migliorare la trasparenza sulle pratiche particolarmente dannose per l'ambiente in modo che i consumatori possano acquistare generi alimentari all'insegna di una maggiore sostenibilità. Il trasporto aereo di questi prodotti è una pratica discutibile che genera notoriamente un'impronta ecologica eccessiva».
Per questo motivo nel 2022 ha deposto un'iniziativa parlamentare affinché venga segnalata una dichiarazione di trasporto in maniera chiara sulla merce: «è il primo passo per ridurre il ricorso al trasporto aereo di generi alimentari», spiega Badertscher nel testo.
La proposta è poi diventata un disegno di legge che sarà in consultazione fino al 22 gennaio prossimo e che si inserisce nel carnet più ampio di misure per la riduzione delle emissioni della Confederazione.
L'idea ha incassato un ampio sostegno: non solo il Wwf ma anche l'Unione svizzera dei Contadini e la Protezione dei consumatori svizzera (Konsumentenschutz).
Dall'altro lato della barricata ci sono Coop, Denner e Migros che si sono pronunciate attraverso la loro associazione comune IG Retail. La posizione dei dettaglianti è abbastanza chiara e contraria: «Per quanto riguarda l'impatto ambientale il trasporto non è che una piccola parte delle emissioni generate da un prodotto», una segnalazione di questo tipo, secondo loro, rischierebbe quindi di essere fuorviante.
Ma a essere criticata è soprattutto la fattibilità della proposta: «L'Unione Europea non prevede questo tipo di segnalazione, quindi i grandi produttori dovrebbero pensare a degli imballaggi speciali solo per la Svizzera», aggiunge IG Retail, «in caso dovesse essere necessario è probabile che anche i prezzi salgano». E la norma si può anche aggirare: atterrando con la merce fuori dalla Confederazione e trasportandola all'interno della stessa via binario.
Detto questo, sia Migros che Coop stanno già applicando sui loro prodotti trasportati via aereo lo sticker “By Air” confermano entrambe le aziende al TagesAnzeiger. La “M” arancione, dal canto suo, sostiene che comunque la merce aereotrasportata rappresenti «solo lo 0.27% del volume totale delle vendite».