«Risultati in linea con i valori fondamentali della società svizzera, che mettono al centro prestazioni e successo».
ZURIGO - Le vittime di traumi in Svizzera sono più propense a dirigere la loro rabbia verso se stesse piuttosto che verso gli altri. È quanto emerge da un nuovo studio dell'Università di Zurigo. Secondo i ricercatori, questa reazione è tipica delle società competitive e individualiste.
L'analisi - Le conseguenze stressanti delle esperienze traumatiche «possono variare a seconda della regione del mondo», scrive oggi l'Università di Zurigo (UZH). Gli psicologi dell'UZH guidati da Andreas Maercker hanno voluto scoprire quali fossero le conseguenze tipiche dei traumi in Svizzera. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica "Plos One".
I risultati - Secondo lo studio, gli svizzeri che hanno subito un trauma tendono a fare di tutto per soddisfare le proprie aspettative. Ciò include la convinzione di dover funzionare a tutti i costi, la necessità di mantenere il controllo e la tendenza a banalizzare la propria sofferenza.
Casi - Chi subisce un trauma cerca ad esempio di mantenere il proprio posto di lavoro ed evita di dipendere dall'assistenza sociale. «Questi risultati sono in linea con i valori fondamentali della società svizzera, che mette al centro le prestazioni e il successo», dichiara l'autrice principale Rahel Bachem citata nel comunicato. Inoltre, le persone traumatizzate tendono a non esprimere la propria rabbia agli altri, ma a interiorizzarla. I ricercatori spiegano questo fenomeno con la pressione a conformarsi, che porta a non manifestare apertamente la rabbia come comportamento deviante.
Conseguenze - I ricercatori zurighesi hanno anche riscontrato caratteristiche culturalmente specifiche della Svizzera per quanto riguarda i cambiamenti positivi di chi sperimenta un trauma: queste persone hanno parlato di un legame più consapevole e particolarmente intenso con la natura. «Quest'ultima - scrivono gli autori dello studio - può essere considerata una risorsa importante nella nostra cultura».