Dino K., 21 anni, si trovava seduto nel vagone in cui si è verificato il dramma. Ha visto le vittime del 27enne e ha provato a dare una mano. Ecco la sua testimonianza
SALEZ - Dino K., 21 anni, era lì. Seduto in quel maledetto treno fermatosi a Salez. Il convoglio in cui un 27enne svizzero ha compiuto un'aggressione, armato di liquido infiammabile e coltello, che è costata la vita ad una donna di 34 anni. E all'autore stesso.
Altre cinque persone sono rimaste ferite dall'incendio divampato sul vagone. Un inferno vissuto in prima persona da Dino, e raccontato a 20 Minuten.
Urla e fuga - Il ragazzo stava tornando a casa dopo aver trascorso la mattinata con la fidanzata. «All'inizio ho sentito un odore acre all'interno del treno. Ma non ci ho fatto troppo caso». Poi le urla. «E la gente che correva verso di me».
«Ho visto una ragazza bruciare viva» - «Quando mi sono girato c'era fumo dappertutto. In mezzo ho scorto una ragazza che stava bruciando viva. Il fuoco la copriva dalla testa ai piedi. Sembrava una torcia». Il ragazzo prende allora una bottiglietta d'acqua dal suo zaino e la consegna ad una signora che stava cercando di aiutare la giovane. Alcuni passeggeri hanno fatto di tutto per dare una mano, altri invece erano bloccati, sotto shock.
La ricerca dell'estintore - Dino K. inizia a cercare il tasto dell'SOS, per poter fermare il treno e chiamare aiuto. Lungo il suo cammino scorge altre vittime del 27enne. «Sul pavimento era riversa una donna. Sanguinava dall'addome a causa di una coltellata. C'era sangue dappertutto». Il 21enne vede pure una ragazza con ustioni al volto. Per aiutarla si mette alla ricerca di un estintore, accompagnato da altri passeggeri.
Paura di morire - Il ragazzo ha avuto una gran paura di morire. «Ora il fuoco raggiunge anche me, bruceremo o soffocheremo tutti. Sempre che non ci sia un esplosione. Questi erano i pensieri che mi frullavano in testa».
Soccorsi - Poi il treno si è finalmente fermato alla stazione di Salez. «Siamo subito scesi. Alcuni passeggeri hanno aiutato i feriti ad abbandonare il treno». Quando il convoglio si è fermato, i soccorsi non erano ancora arrivati. «Ma subito dopo ho sentito le sirene, pompieri e ambulanza ci hanno raggiunti». Dino non ha però notato l'aggressore. «Credo di non averlo visto, in ogni caso non ho realizzato chi lui fosse».
«Rivedo tutto» - Il ragazzo è stato trasportato in ospedale a causa del fumo inalato. «Inoltre i dottori mi hanno dato dei medicamenti che mi permettessero di dormire». Dopo aver assistito a certe immagini dormire non è facile. Così come non sarà semplice dimenticare. «Rivedo tutto. La ragazza che brucia davanti a me. Il bambino ferito. E mi domando se io abbia fatto abbastanza per aiutarli».